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03/04/2008 09:59:54 - Manduria - Cultura

Dall’incontro fra Francesco d’Assisi e il sultano d’Egitto di 8 secoli fa alle riflessioni di frate Oscar Mario Marzo e l’Imam di Lecce Saifeddine Maaroufi di sabato scorso

Otto secoli fa Francesco d’Assisi incontrò, a Damietta, il sultano d’Egitto Melek El Kamel. Una “crociata” di Fede e d’amore, voluta per promuovere il dialogo fra le due religioni.

A otto secoli di distanza, i Frati Francescani di Manduria hanno voluto ricordare e riflettere su quell’avvenimento del 1219, che ha ispirato una tradizione sul dialogo, il cui valore per l’attualità diventa sempre più drammaticamente significativo. In una chiesa affollata di fedeli, hanno dialogato sul tema il frate manduriano Oscar Mario Marzo e l’Imam di Lecce Saifeddine Maaroufi, da sempre impegnato nel dialogo interreligioso. Ha moderato i lavori il coordinatore nazionale dell’Ufficio “Giustizia, Pace e Integrità del Creato”, frate Francesco Zecca.

Frate Oscar Mario Marzo ha ricordato come Francesco superò ogni trincea delle Crociate per parlare con il Sultano, allora nemico per eccellenza.

«Non ci sono dettagli su quest’incontro, ma è certo che Francesco si dichiarò cristiano e venne accettato dal Sultano, anche se questo non fosse scontato» ha rimarcato frà Oscar Mario Marzo. «I frutti di quell’incontro? Sono ancora ben tangibili: il dialogo e la convivenza hanno portato alla creazione di varie scuole cristiane in Terra Santa, frequentate sia da ragazzi musulmani, che da ragazzi cristiani: a loro è data la possibilità di studiare nei modi e nei tempi previsti i rispettivi testi sacri».

Appassionato anche l’intervento dell’Imam di Lecce Saifeddine Maaroufi.

«Io ho frequentato una scuola cristiana in terra islamica, prima di venire in Italia» la testimonianza di Saifeddine Maaroufi. «Non c’è mai stato il desiderio nascosto di convertire l’altro. Il gesto di Francesco e l’accoglienza del sultano sono il simbolo del rispetto reciproco e della fratellanza nell’adorare Dio. Ci descrivono come nemici e c’è chi sostiene che sia impossibile vivere in pace. In realtà nel Corano non ci sono ordini di odiare e uccidere, ma c’è gente che manipola e strumentalizza alcune parole. L’idea della convivenza fra rafforzata, così come quella dell’accoglienza nel rispetto delle differenze, che sono minime».

 











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