lunedì 23 settembre 2024


13/01/2020 15:23:19 - Manduria - Cultura

Il riferimento allo scioglimento del Consiglio comunale di Manduria per le infiltrazioni della criminalità e il libro di Borrometi dedicato al sogno di Antonio Megalizzi

 

«Questa è una città il cui Consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Ma apprezzo moltissimo la presenza in quest’aula, che è la vostra casa. di tanta gente. Lo scioglimento del Consiglio comunale non riguarda l’intera città, ma una piccola parte di essa. La parte sana di Manduria sta qui questa sera».

Paolo Borrometi, presidente di Articolo 21, attraverso un suo sito indipendente (La Spia.it) denuncia da anni gli intrecci tra mafia e politica. Un’attività, tanto coraggiosa quanto minuziosa, che è costata al giornalista siciliano la condanna a morte da parte della mafia, emersa da alcune intercettazioni. Ha subito un’aggressione, che gli ha lasciato dei segni permanenti alla spalla, poi ancora intimidazioni e minacce. Poco tempo fa la scoperta di un attentato, sventato dalle forse di polizia, che avrebbe dovuto far saltare in aria lui e la sua scorta.

«Si, è vero, la mia è una vita d’inferno» ha ammesso Paolo Borrometi intervenendo, l’altro ieri sera, a Manduria nel corso di una iniziativa, promossa dall’associazione “La città che vogliamo”, finalizzata alla presentazione dell’ultimo suo libro “Il sogno di Antonio”. «Vivo con la scorta e, dunque, la mia è una libertà “condizionata”. Vivo, tutti i giorni, con la paura per le minacce di morte della mafia. Ma continuo a conservare, con orgoglio, tante altre libertà: quella di pensiero, quella di parola, quella di poter fare il mio dovere, ovvero di poter informare correttamente».

Quello di un giornalismo scevro da ogni tipo di condizionamenti era anche il sogno del giovane reporter Antonio Megalizzi, il ragazzo che, nel dicembre del 2018, perse la vita a Strasburgo ucciso da un colpo di pistola di un jihadista.

«Passava ore e ore a cercare le fake news e a segnalarle ai motori di ricerca» è stato rimarcato parlando di Antonio. «Lui si batteva per una informazione corretta e non manipolata in un’era in cui la gran parte degli editori sono “impuri”».

Giulia Lonoce, che insieme a Lucia Moscogiuri ha introdotto la serata, ha ricordato uno dei problemi delle nuove generazioni: l’analfabetismo 2.0.

«E’ la difficoltà a distinguere la verità dalle fake news» ha rimarcato Giulia Lonoce.

Durante l’interessante convegno, ci si è poi soffermati sull’altro sogno di Antonio Megalizzi: quello di un’Europa che non sia la semplice somma di più Stati, ma un insieme di popoli che possano vivere l’Europa come un unico Paese.

Vi vogliamo proporre, infine, un post di Giulia Lonoce su questa iniziativa culturale.

«Se è vero che siamo l’insieme delle persone che incontriamo, allora io da oggi ho un pezzettino di ricchezza in più. Grazie a Paolo Borrometi che ho avuto il piacere e l’onore di accogliere nella mia città, Manduria, ma soprattutto la responsabilità di farlo in questo luogo, che è la sala consiliare, mandando un segnale diverso da quello lanciato 18 mesi fa in seguito allo scioglimento per infiltrazione mafiosa di questo comune. Oggi il sogno di Antonio Megalizzi ha nuovi testimoni, grazie a Paolo che con la sua capacità riesce sempre a farmi emozionare».

 











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