lunedì 23 settembre 2024


30/10/2020 07:51:22 - Manduria - Cultura

 

Il rapporto, che si veniva a creare fra le famiglie legate dal padrinaggio, era considerato speciale ed era equiparato, anche dal vecchio codice di diritto canonico, ai legami di parentela: sul suo rispetto vigilava San Giovanni Battista, pronto a punire chi avesse tradito la fiducia delle persone unite dal vincolo

  Approfitto della ricorrenza ormai prossima del 4 novembre, per riprendere una notizia anticipata a fine settembre 2019, il giorno dell’inaugurazione della mostra fotografica sui profughi trentini della Grande Guerra, giunti a Manduria sul principio dell’estate 1916 per sfuggire alla grande offensiva austriaca di quei mesi (la c.d. Strafexpedition).

  Nel corso dell’evento, come molti ricorderanno, si è parlato diffusamente delle storie di Mandurino Weiss e Trento Dinoi e del sentimento di reciproca simpatia sorto tra due padri di famiglia (uno trentino di Fiera di Primiero, l’altro manduriano) quando si incontrarono per caso nel municipio di Manduria, dove si erano recati per denunciare la nascita dei loro figli. In quell’occasione, quasi a voler suggellare anche con riferimenti geografici l’amicizia scaturita dall’incontro, entrambi scelsero di imporre ai neonati nomi di chiaro valore simbolico: fu così che ai piccoli furono dati, rispettivamente, i nomi di Mandurino e di Trento. Per il primo si volle richiamare il luogo in cui, dopo tanto faticoso peregrinare, il bambino aveva visto la luce, per il secondo si volle rendere omaggio alla terra per la cui liberazione tanti nostri concittadini erano partiti al fronte.

  Il resto delle storie personali dei due bambini, poi divenuti adulti (dopo la separazione, seguita al rientro dei profughi,  Mandurino e Trento, per una curiosa combinazione, si  incontrarono ancora in un campo di prigionia durante la seconda guerra mondiale), è ormai fin troppo noto, pertanto non tornerò più sull’argomento. 1

   Senonché proprio nella cerimonia di settembre 2019, ho preannunciato, senza fornire più precisi dettagli, che la consultazione dei libri battesimali della Chiesa Madre di Manduria aveva fatto emergere un particolare inedito, ovvero che il legame tra le famiglie Weiss e Dinoi non si era fermato all’amicizia occasionale, ma era andato ben oltre ed era stato consolidato dal comparatico in occasione del battesimo del piccolo Trento. 2

  In effetti, le scarne righe in latino del registro del 1916 attestano con certezza che, ad accompagnare al fonte, in qualità di padrino, il battezzando, era stato proprio il papà di Mandurino, Domenico Weiss.

  Tra le due famiglie, quindi, si era instaurato un rapporto davvero importante, soprattutto se riferito agli usi dell’epoca. Tuttavia, non sappiamo ancora se esso proseguì e soprattutto se vi furono contatti anche dopo: non vi sono elementi per escluderlo, né per confermarlo, ma si può ritenere che, con il ritorno in Trentino della famiglia Weiss, le difficoltà di comunicazione, legate ai mezzi del tempo, abbiano dovuto purtroppo interrompere il legame. 3

   A noi, però, resta la bellezza di questa storia, legata agli eventi bellici del ‘15-‘18 che nella nostra città, con l’arrivo dei profughi delle zone di guerra, furono pure motivo d’incontro e di dialogo fra italiani di regioni diverse. Profughi e residenti, infatti, seppero superare la reciproca diffidenza e le antiche divisioni all’insegna della solidarietà e della condivisione, ed è questo l’insegnamento che i nosti avi possono oggi trasmettere a noi tutti.

  L’amicizia all’insegna della condivisione, anche del poco, di quel poco di risorse disponibili in quel periodo tanto tormentato, resta una lezione ancora valida ed una via percorribile anche nelle attuali difficili circostanze.

 

   Riporto in chiusura le annotazioni del libro dei battezzati relative a Mandurino e a Trento nel loro testo originale latino, aggiungendovi, per comodità del lettore, la traduzione in lingua italiana.

 

Weiss Mandurinus.

   Reverendus Enricus Motter die 29 mensisi Iunii baptizavit infantem natum die  13 ex CC.  Dominico filio Felicis et Luigiae Sartena et Maria Mott filia Michaelis et Luigiae Tomas cui impositum est  nomen Mandurinus. Patrini fuerunt: Taufer Hyeronimus filius ----; Anna Montagna filia -----

  Parochus vel Delegatus

  Angelus Mariggiò 

 

«Weiss Mandurino. Il reverendo Enrico Motter il giorno 29 del mese di Giugno (1916, n.d.a.) battezzò il bambino nato il giorno 13 dai coniugi Domenico, figlio di Felice e Luigia Sartena, e di Maria Mott, figlia di Michele e Luigia Tomas, a cui è imposto il nome di Mandurino. Padrini furono: Taufer Geronimo figlio di ----; Anna Montagna figlia di --- (non sono riportati i nomi dei genitori né del padrino, né della madrina, n.d.a.) f.to Il Parroco o Delegato. Angelo Mariggiò».

 

Dinoi Trentus Ioannes.

  Reverendus Sub.tus Cosma Perrucci die 11 mensis Iulii baptizavit infantem natum die 1 ex CC.  Machaele filio Gregorri et Crucifixae Stano et Maria Dolorosa Desantis filia Leonardi et Gratiae Camassa cui impositum est  nomen Trentus. Patrini fuerunt: Weiss Dominicus filius Felicis (ex terra Fiera de Primiero); Margharita Franceschi filia Joseph.

 Parochus vel Delegatus

 Angelus Mariggiò  

 

** «Dinoi Trento Giovanni. Il reverendo subdelegato Cosimo Perrucci il giorno 11 del mese di Luglio (1916, n.d.a.) battezzò il bambino nato il giorno 1 dai coniugi Michele, figlio di Gregorio e Crocifissa Stano, e di Maria Dolorosa Desantis, figlia di Leonardo e Grazia Camassa, a cui è imposto il nome di Trento. Padrini furono: Weiss Domenico  figlio di Felice (della terra di Fiera di Primiero); Margherita Franceschi figlia di Giuseppe. f.to Il Parroco o Delegato. Angelo Mariggiò»

 

Giuseppe Pio Capogrosso

 

  Note:

 

1. Le storie di Mandurino Weiss e Trento Dinoi già rese note in un articolo a firma di Meneguz comparso, in occasione del 50° della Grande Guerra, nell’edizione dell’8 maggio 1968 del quotidiano L’Adige, sono state riscoperte e portate nuovamente alla ribalta, nel 2017, da Francesco Altamura nell’ampia monografia dal titolo “Dalle Dolomiti alle Murge, profughi trentini della Grande Guerra. Storie e memorie delle popolazioni di Primiero e Vanoi sfollate in Puglia nel 1916” – Edizioni dal Sud Bari.

2. Ringrazio per la preziosissima segnalazione e per l’invio di un estratto con le annotazioni dei registri di battesimo, Mons. Franco Dinoi, arciprete della Chiesa Collegiata – Parrocchia Ss.ma Trinità di Manduria.

3.  Il rapporto, che si veniva a creare fra le famiglie legate dal padrinaggio, era considerato speciale ed era equiparato, anche dal vecchio codice di diritto canonico, ai legami di parentela: sul suo rispetto vigilava San Giovanni Battista, pronto a punire chi avesse tradito la fiducia delle persone unite dal vincolo.

  L’accostamento alla figura del protettore era talmente forte che alla relazione, che legava i padrini e le madrine ai figliocci, veniva dato, in molte regioni italiane, il nome del santo. Anche a Manduria, nel linguaggio popolare, per dire che fra due famiglie vi era il comparatico, soprattutto di battesimo, si usava dire fino a pochi anni addietro:“ ‘Nc’eti lu San Giuanni”.

  Nelle immagini: Mandurino Weiss; le annotazioni del registro dei battezzati del 1916, Archivio parrocchiale della Chiesa Madre – Parrocchia Ss.ma Trinità di Manduria.











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