lunedì 23 settembre 2024


21/05/2021 17:01:06 - Manduria - Cultura

“Il Mito: lo specchio del mondo”: questo il titolo della mostra di Pietro Guida

Dal 21 maggio al 17 ottobre 2021 l’Abbazia di Sulmona ospiterà all’interno dei suoi suggestivi spazi espositivi, collocati nel Refettorio e al primo piano, le due mostre intitolate Pietro Guida - Il Mito: lo specchio del mondo e Giovanni Hajnal - Sulle orme di Dante dalla lettura al segno grafico. Due esposizioni dedicate a grandi artisti, personalità poliedriche che hanno saputo incidere il loro nome tra i grandi della storia dell’arte contemporanea. Due rassegne che presentano preziose opere volte a indagare e rileggere in chiave contemporanea il concetto di Mito o a reinterpretare in maniera del tutto singolare i passi più coinvolgenti della Divina Commedia di Dante Alighieri, in occasione delle celebrazioni del settecentesimo anniversario dalla scomparsa del Sommo Poeta.

Nell’opera di Pietro Guida, che compie tra poco cento anni, la ripresa della tematica del Mito è funzionale alla decantazione del reale, cristallizzato e immerso nelle figure che sono quasi visioni oniriche, sospese in una dimensione astorica e atemporale. La sua arte è sempre essenziale, immediata, riconoscibile, scevra da orpelli e abbellimenti, è la testimonianza di ciò che è, non di ciò che dovrebbe o vorrebbe essere. Le 14 sculture presenti in mostra incarnano testi fantastici, leggendari, sono narrazioni viventi che echeggiano l’eternità cristallizzandola in un attimo, trascinando lo spettatore in un passato mitico, aureo e primigenio, che si rende presente attraverso la naturalezza dei gesti, l’immediatezza delle forme, la franchezza di linee. Le sue solide visioni sono fantasmagorie a cui il pubblico è invitato ad assistere e a partecipare, congiungendosi all’espressione di un’arte che sintetizza sentimenti, passioni, emozioni quotidiane assurgendo alla potenza dell’ineffabile. Prometeo, il Minotauro, Orfeo, Leda, Apollo e Dafne, Endimione e Selene, Icaro, sembianze mitiche e mitologiche, protagoniste di affascinanti leggende, vivono ognuna immersa nel proprio magico mondo, sprofondate all’interno di un intimista e claustrale hortus conclusus degli incanti che fa della fascinazione e della decantazione spasmodica della vita e della realtà il proprio palcoscenico. La vita, del resto, è anche il punto cardinale da cui muovono sostanziandosi i disegni di Pietro Guida. Essi tendono a veicolare la storia personale, il vissuto che ogni scorcio, forma, linea, sussulto trascina con sé. Le visioni ieratiche e adamantine di questo artista non rappresentano, bensì interpretano, traducono, poetano, decantano. Ciascuna figura-apparizione, infatti, affronta il qui e ora, rifiutando di recitare un ruolo, raccontando piuttosto di sé, del suo essere-esistere e occupare uno spazio vivente, confidandosi con noi, narrandoci, tramandandoci, connotandosi di volta in volta di libertà e purezza. I disegni di Guida sono tracce del futuro, progettano cosa sarà, finiture imperfette di un domani reso presente, lacerti di una realtà che si perpetua attraverso il mito, la leggenda, in un’eroica fuga dal banale che tenta di coniugare misticamente l’uomo e il mondo. Il disegno rivela, testimonia, attesta. Nell’opera grafica di Pietro Guida l’arte del segno è il contraltare speculare di ciò che scolpisce, solleticare il foglio con la matita equivale a incidere il cemento, a formare, nell’ accezione più pura del termine, la materia, la sostanza dell’opera che assume lo status inequivocabile di capolavoro, unico nel suo genere, votato alla natura e alla fantasia, ammantato di storia e di mito, di una mistica sacralità.

Pietro Guida è nato nel 1921 a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Nel 1947 si diploma in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e si rende subito significativo protagonista del sovvertimento e della rinascita culturale della città partenopea, partecipando alle iniziative del Gruppo Sud. L’arco temporale a ridosso degli anni Cinquanta del Novecento si rivela fondamentale per Guida: non soltanto infatti suggella la sua partecipazione al cenacolo intellettuale partenopeo, ma principia quella che poi diventerà una febbrile e notevole attività espositiva. Inizia a ricevere diversi premi e

riconoscimenti, riscuotendo larghi consensi in ambito nazionale, soprattutto per i suoi disegni, connotati da una linea potente e agile, il cui segno strizza l’occhio alla stilizzazione, pur mantenendo forma e figurazione quali elementi fondanti della ricerca artistica. A partire dagli anni Sessanta è professore ordinario di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, mentre dal 1971 al 1989 dirige il liceo artistico “Lisippo” di Taranto. Attore principale di una serie di esposizioni personali e collettive votate alla diffusione di una mise en scene densa di innovazione stilistica e originalità narrativa, dal 1960 al 1975

Guida rinuncia al dato mimetico e naturalistico della rappresentazione, congedando mezzi e materiali tradizionali dell’ars sculpendi, a vantaggio di un’incontrollabile attrazione per i materiali industriali grezzi, quali mattoni, tubi in eternit, ferro e acciaio, facendone assurgere la scabrosità e l’immediatezza a nucleo ispirato e creativo delle sue realizzazioni. Dalla seconda metà degli anni Settanta Guida sceglie di ritirarsi dall’attività espositiva, una defezione che gli consente di concentrarsi e focalizzarsi completamente su un nuovo ritorno al figurativo. Dal 1993 interrompe il silenzio espositivo inaugurando una personale improntata alla sua rinnovata ars creandi presso il Castello Carlo V di Lecce e vitalizzando una serie di iniziative che confluiranno nella fondamentale mostra antologica, allestita nel 2008 presso il Monastero degli Olivetani di Lecce, che ne ripercorre filologicamente e criticamente l’intera, movimentata e affascinante vicenda artistica. Nel 2011 partecipa alla 54ª edizione Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia nella sede regionale di Lecce - Padiglione Italia. L’ultima mostra, Pietro Guida-Piazza d’Italia nel 2020, ha avuto sede all’interno del suggestivo cortile del Castello di Copertino in Puglia, riscuotendo notevoli consensi. Le opere di Guida figurano all’interno di collezioni private e contesti museali di rilievo, quali il Museo Sforzesco a Milano, la Presidenza del CONI a Roma, la Collezione Finkelstein a New York, la Collezione Civica d’Arte Moderna a Bari, la Collezione Schulte a Düsseldorf, il Museo della Scultura Contemporanea - MUSMA a Matera. Dal 1951 vive e lavora a Manduria, in provincia di Taranto.

 

Sulmona, Abbazia di Santo Spirito al Morrone

Via Badia, 28 – Loc. Badia-Bagnaturo - 67039 (AQ)











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