martedì 24 settembre 2024


12/11/2021 09:19:58 - Manduria - Attualità

«La disapplicazione della norma nazionale confliggente con il diritto dell’Unione (a maggior ragione se tale contrasto è stato accertato dalla Corte di Giustizia UE), costituisce un obbligo per lo stato membro in tutte le sue articolazioni e, quindi, anche per l’apparato amministrativo e per i suoi funzionari, qualora sia chiamato ad applicare una norma interna contrastante con il diritto comunitario»

Prosegue il dibattito a distanza fra le forze politiche sui riflessi, per la città di Manduria, sul recente pronunciamento del Consiglio di Stato sulle proroghe delle concessioni demaniali. Ad intervenire, nuovamente, è il gruppo GEA, con il comunicato che vi proponiamo.

 

«In risposta ai tentativi di difesa e autodifesa, provenienti da più voci, crediamo sia doveroso fornire ai cittadini qualche elemento in più anche sul piano tecnico oltre che politico.

Quello che ci si dimentica è da dove sia partita questa vicenda. Il comune di Lecce altro non ha fatto che ricorrere al Consiglio di Stato, così come il Comune di Castrignano del Capo (avendo la marina di S.M. di Leuca), basta vedere le date dei ricorsi. Questi ultimi frutto di un esame attento della norma nazionale svolto già nel 2019, ovvero prima della scadenza della terza proroga (scadenza 2020). Per inciso, 𝐥𝐢𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐫𝐨𝐠𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐧𝐞𝐥 C𝐨𝐝𝐢𝐜𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 N𝐚𝐯𝐢𝐠𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚 𝐜𝐮𝐢 𝐬𝐢 𝐫𝐢𝐟𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐞𝐦𝐚𝐧𝐢𝐚𝐥𝐢 𝐦𝐚𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢𝐦𝐞!
La disapplicazione della norma era stata già approntata con sentenza del Consiglio di Stato del 18.11.2019, precedente alla scadenza temporale del 2020. Questa asseriva ciò “alla luce del prevalente indirizzo giurisprudenziale, non è in alcun modo riscontrabile una proroga automatica ex lege di una concessione demaniale marittima. Ciò significa che anche la più recente proroga legislativa automatica delle concessioni demaniali in essere fino al 2033, provocata dall’articolo unico, comma 683, l. 30 dicembre 2018, n.145[…] è coinvolta, con le conseguenze del caso, nel ragionamento giuridico sopra esposto e ciò, non solo perché detta disposizione rievoca norme nazionali già dichiarate in contrasto con l’ordinamento euro unitario della corte di giustizia nel 2016 (determinando una giuridicamente improbabile reviviscenza delle stesse) ma, a maggior ragione, dopo il recente intervento della 𝐂𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐢𝐳𝐢𝐚 𝐔𝐄 che, nella sentenza 30 gennaio 2018, causa C-360/15 Visser, ha esteso addirittura la platea dei soggetti coinvolti dalla opportunità di pretendere l’assegnazione della concessione demaniale solo all’esito dello svolgimento di una procedura selettiva”.
Inoltre, la sentenza della 𝐂𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐢𝐳𝐢𝐚 𝐔𝐄, mette in evidenza un principio ormai consolidato in giurisprudenza, che l’Amministrazione comunale non ha considerato, e tanto meno l’assessore (avvocato), secondo il quale, la disapplicazione della norma nazionale confliggente con il diritto dell’Unione (𝐚 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫 𝐫𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐬𝐞 𝐭𝐚𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐬𝐭𝐨 𝐞̀ 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐫𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐢𝐳𝐢𝐚 𝐔𝐄), 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐮𝐧 𝐨𝐛𝐛𝐥𝐢𝐠𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐦𝐞𝐦𝐛𝐫𝐨 𝐢͟𝐧͟ ͟𝐭͟𝐮͟𝐭͟𝐭͟𝐞͟ ͟𝐥͟𝐞͟ ͟𝐬͟𝐮͟𝐞͟ ͟𝐚͟𝐫͟𝐭͟𝐢͟𝐜͟𝐨͟𝐥͟𝐚͟𝐳͟𝐢͟𝐨͟𝐧͟𝐢͟ 𝐞, 𝐪𝐮𝐢𝐧𝐝𝐢, 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚𝐩𝐩𝐚𝐫𝐚𝐭𝐨 a𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐢 𝐬𝐮𝐨𝐢 𝐟𝐮𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐫𝐢, 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐬𝐢𝐚 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐭𝐨 𝐚𝐝 𝐚𝐩𝐩𝐥𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐧𝐨𝐫𝐦𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢𝐨!
Quindi l’Amministrazione, piuttosto che procedere con la delibera, si sarebbe dovuta limitare a richiedere l’intervento del funzionario, che seguendo la gerarchia delle fonti, avrebbe dovuto disapplicare la norma. Ci si chiede inoltre, quale sia il senso e l’efficacia di una clausola vessatoria nella delibera, di fatto frutto di una confusione nella lettura degli orientamenti giurisprudenziali, che nel frattempo si erano avuti da parte del Consiglio di Stato (sentenza 2019).
Inoltre, la forte diatriba tra linee di pensiero, tanto paventata da un noto legale del posto in un suo commento social, in realtà non esiste, basti pensare che l’adunanza plenaria del 20 ottobre non viene innescata da orientamenti contrastanti tra sezioni del Consiglio di Stato, ma bensì dalla richiesta di Lecce e Castrignano che paventavano la possibilità di un’azione di carattere penale in quanto era ben chiaro che si andava in violazione di legge. Ricordiamo infatti, che l’amministrativo non evita la capacità di accertamento del penale.
Le Amministrazioni, e nel caso di specie Manduria, dovevano ricorrere a tutti i gradi di giustizia amministrativa prima di rilasciare proroghe o altro, non andando a calpestare principi di trasparenza e libero mercato.
Questi sono i fatti, ci auguriamo soltanto che ciò non porti ad innescare problemi ancor più seri!».











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