martedì 24 settembre 2024


02/12/2021 13:05:16 - Manduria - Attualità

In un tabellone riservato all’affissione di manifesti funebri non ci sono i nomi dei defunti, bensì vari annunci di valori ormai prossimi a scomparire: dalla speranza alla carità, dall’ironia al buon gusto, dalla dignità alla gentilezza

Il profondo degrado dei valori etici della nostra società in una incisiva e graffiante illustrazione di Carmela Gentile. Un tabellone riservato all’affissione di manifesti funebri in un angolo suggestivo del centro storico di Manduria. Su quei manifestini, però, non ci sono i nomi dei defunti, bensì vari annunci di valori ormai prossimi a scomparire: dalla speranza alla carità, dall’ironia al buon gusto, dalla dignità alla gentilezza. Di spalle, a leggere quelle  … dipartite, una donna e il suo cane, rappresentati con due colori contrastanti: il bianco e il nero.

Una illustrazione che, grazie alla capacità artistica e alla sensibilità dell’autrice Carmela Gentile (profilo Instagram: Carmencitalandleon), riesce ad offrire un’analisi perfetta del decadimento della società contemporanea. Una illustrazione che ci ha colpito e che ci ha indotto ad una riflessione.

Crediamo che l’opera di Carmela nasca dalla constatazione del profondo degrado dei valori etici nella nostra società e dal bisogno intimo di aprire una discussione per sensibilizzare l’opinione pubblica a riflettere sulle cause e sui possibili rimedi. Senza riflessione c’è il rischio che ci si abitui alla situazione attuale e che la perdita dei valori sia accettata come normale, con enorme danno delle generazioni future.

Ma perché si è arrivati a tutto questo? Probabilmente, a nostro avviso, fra le varie cause vi è il fatto che la società attuale promuova il narcisismo come valore che dà una precisa impronta alla nostra cultura.

La società odierna offre meno limitazioni al comportamento in confronto anche solo a venti anni fa, incoraggia ad agire liberamente senza considerazione dell’interesse degli altri, inducendo a pensare che l’assenza di limiti sia libertà e giustizia per gli individui.

Viviamo in un’epoca strana, con una società strana, per usare un eufemismo.

Un’epoca in cui non c’è più una reale libertà di parola e di espressione, perché l’autenticità fa paura. Un’epoca di sorrisi, baci e abbracci di circostanza. Un’epoca in cui l’unica alternativa alla mancata espressione di sé sono gli atti di violenza perpetuati con i gesti, ma anche con le parole apparentemente più dolci.

Viviamo in un’epoca di solitudine relazionale.

Un’epoca in cui bisogna perdere tempo ed energie a lottare per diritti già acquisiti e regolamentati.

Un’epoca in cui la forza delle discussioni non sono le argomentazioni, ma chi ha la voce più grossa e l’insulto più colorito. Anzi, oggigiorno, chi ha il commento Facebook più violento. Un’epoca in cui la modalità di avvallare la propria idea è la svalutazione dell’altro e il concetto di responsabilità diventa fantascienza.

Un’epoca in cui non siamo ancora liberi di amare chi ci pare, purché consenziente. Un’epoca in cui gli stereotipi di genere e di sesso sono ancora all’ordine del giorno.

Viviamo in un’epoca di apparenza, piuttosto che di sostanza.

In questo panorama dilagante anche se, fortunatamente, non totalizzante, quantomeno una riflessione è dovuta. Una riflessione che in noi è nata ammirando e apprezzando l’illustrazione di Carmela Gentile.

Potremmo iniziare col chiederci: “Mi piace la società in cui vivo?”, “Sono felice?”

Se la risposta a una di queste due domande è “No”, oppure non si sa cosa rispondere, forse è il caso di fermarsi un attimo e chiedersi che cosa si sta facendo per rendersi infelici e per contribuire a tramandare una cultura che non ci piace.

Vogliamo aprire gli occhi e fare qualcosa?











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