domenica 22 settembre 2024


07/02/2022 08:51:20 - Manduria - Cultura

Si tratta di un’arma di alleanza matrimoniale, in quanto lo scudo partito (cioè diviso in due parti uguali da una linea verticale) riunisce due insegne araldiche differenti: il blasone del marito a destra del manufatto e quello del padre della sposa a sinistra

Ancora una volta la Gattiana si rivela preziosa custode di memorie storiche, in questo caso, familiari. Un “notevole” stemma araldico in pietra, posto nella sala d’ingresso, suscita l’attenzione e la curiosità degli utenti. Nonostante alcune lacune informative, tanto si può ricavare dall’osservazione diretta del manufatto. Questo perché siamo di fronte a uno stemma “parlante”. In araldica, infatti, lo stemma oltre ad essere il complesso di quelle figure e simboli che identificano persone e famiglie, è anche un linguaggio figurato, che simboleggia le qualità morali del possessore dell’arma, alludendo alle sue conquiste, ai suoi possedimenti, alle sue alleanze matrimoniali. È un fatto che la comprensione di uno stemma è spesso affidata proprio alla sua natura “parlante”.

Nel nostro caso, si tratta di un’arma di alleanza matrimoniale, in quanto lo scudo partito (cioè diviso in due parti uguali da una linea verticale) riunisce due insegne araldiche differenti: il blasone del marito a destra del manufatto e quello del padre della sposa a sinistra(la destra e la sinistra araldiche sono quelle dello scudo e non quelle dell’osservatore).

La famiglia di cui lo stemma “parla” più esplicitamente è quella dei Pasanisi, da cui proviene la sposa. Infatti la casata è documentata sin dal XIV secolo, con Pietro Pasanisio (fra le varie ipotesi circa l’origine del cognome, quella autoctona è la più attestata, derivata dal toponimo ‘Pasanum’, un antico casale, poi villaggio romano in agro di Sava, seguita dall’altra che sostiene l’origine greca del cognome). Di fatto, nel secondo quarto dello scudo partito se ne riconosce l’arma: nel 1° e nel 4° cantone un leone rampante, nel 2° e nel 3° tre anelletti intrecciati. Se la figura del leone è associata comunemente al concetto di ‘forza’, gli ‘anelli’ sembrano rientrare negli elementi “parlanti” dell’arma, verosimilmente derivati dal cognome: ‘Pas-ani-si –ane-lli. L’essere poi gli anelli intrecciati, ciascuno negli altri due, denota il concetto simbolico di una stretta e indissolubile unione, comunque di concordia. Inoltre, l’anello è un simbolo di autorità (anello con sigillo), anche delegata, in quanto può passare da una persona a un’altra.

Dal confronto fra il manufatto presente nella Gattiana e lo stemma in pietra apposto sul portale del palazzo Pasanisi-Dragonetti di Manduria (via XX Settembre) emerge che mentre su quest’ultimo la figura del leone del 1° cantone è “rivolta” (si dice di figura araldica che si volge verso la parte opposta all’ordinaria, che di regola è la destra), su quello presente in biblioteca entrambi i leoni (1° e 4° cantone) “guardano” nella stessa direzione, a destra.

La prima parte dello scudo riguarda l’identificazione della famiglia del marito. Qui il blasone, diviso orizzontalmente in due campi (troncato), riporta nel 1° cantone tre stelle rivolte, nell’insieme, verso la punta dello scudo (nel linguaggio araldico, ‘male ordinate’); nel 2° un quadrupede dormiente che, unico esemplare, non trova attestazione altrove. In questo caso è la natura “parlante” dell’arma (la posizione dormiente dell’anonimo quadrupede) a suggerire l’attribuzione dello stemma alla famiglia Dormio. Dal Foscarini apprendiamo essere la famiglia Dormio una nobile famiglia mesagnese, diramata anche in Lecce nel sec. XVII, con vari possedimenti in Terra d’Otranto, venduti nel 1614 da Francesco Dormio a Gio. Antonio Albrizzi principe di Avetrana e signore di Mesagne. La famiglia Dormio risulta estinta nel 1883.

Confermano la presenza della famiglia Dormio in Casalnuovo due fonti d’eccellenza: il “Libro Magno delle famiglie di Casalnuovo” (contenente la storia genealogica delle famiglie casalnovitane, consultabile nella versione digitale sul sito www.internetculturale.it) e gli atti notarili stipulati nel periodo compreso fra la seconda metà del XVI e gli inizi del XVI (la forma dello scudo e lo stile complessivo del manufatto portano a datarlo in quegli anni). Sappiamo così che negli anni Ottanta del XVI secolo i fratelli Donato Antonio e Alessandro, figli di Francesco Dormio di Mesagne, sposarono le sorelle casalnovitane Minerva e Pollonia Pasanisi, figlie del notaio Carlo e di Isabella Barbera.

Diversi sono gli atti rogati, due per ‘Costituzione di Dote’ da parte di Isabella Barbera, vedova del notaio Carlo Pasanisi (nel 1581 per Minerva, nel 1588 per Pollonia); uno per cessione (da parte di Isabella al genero Donato Antonio) di «una casa ‘lamiata’ con orto sita in Casalnovo, ‘sopra lo fosso’, del valore di 180 ducati». Altri rogiti notarili aventi come attori i fratelli Dormio sono registrati in quegli anni di fine secolo: l’acquisto di una casa sita «nel Borgo della Porta Grande di Casalnuovo» per 110 ducati; l’acquisto di un vigneto in località ‘Piterta’ ed un «clausorio parietato, con dentro una casa, corte, giardino e 30 tomoli di zafferano, sito nello stesso feudo, alla via della Vetrana, per 190 ducati»; l’acquisto di una «casa “palacciata” per 70 ducati di carlini.

Dopo aver familiarizzato un po’ con i termini araldici e curiosato sull’aspetto e la storia nota dello stemma Dormio-Pasanisi, rimane la volontà futura che l’analisi accurata delle fonti d’archivio, e non solo,possa colmare le lacune informative ancora esistenti riguardanti il manufatto, come l’ubicazione esatta del sito da cui esso è stato prelevato per essere trasportato nel luogo attuale, oppure a quale delle due famiglie Dormio-Pasanisi sia appartenuto.

Per le informazioni contenute nel post, cfr. Marco Pasanisi de’ Foscarini, ‘I miei avi – Richiamando la storia dei loro tempi’; Benedetto Fontana, ‘Le famiglie di Manduria dal XV secolo al 1930: capostipiti, uomini illustri’; A. Foscarini, ‘Armerista e notiziario delle famiglie nobili, notabili e feudatarie di Terra d’Otranto’; Bruno Perretti, ‘Manduria, architettura, arte, società’; Michelino Fistetto – Maria Alfonsetti, ‘I protocolli dei notai di Casalnuovo nel Cinquecento’.

Le opere citate sono disponibili in biblioteca.

Sitografia: https://www.treccani.it/enciclopedia/stemma/. Per l’identificazione della famiglia Dormio: https://www.fondazioneterradotranto.it/tag/famiglia-dormio/

 











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