martedì 24 settembre 2024


17/02/2022 18:04:08 - Manduria - Attualità

«Si va verso la chiusura dell’ospedale così come lo abbiamo conosciuto sino ad ora: non ci saranno più chirurghi, ortopedici, nefrologi, oculisti, cardiologi, anestesisti»

Sul futuro dell’ospedale “Marianna Giannuzzi” interviene il dottor Roberto Massafra, già sindaco di Manduria.

«”Rifunzionalizzazione”. È solo l’ultimo dei sostantivi utilizzati per edulcorare l’amaro calice dell’ennesimo Piano di riordino ospedaliero. Tradotto in linguaggio comune e comprensibile, per Manduria significa “CHIUSURA DELL’OSPEDALE”, o quanto meno dell’ospedale così come lo abbiamo conosciuto sino ad ora.

Non vi si effettueranno più interventi chirurgici di alcun tipo, non ci saranno più chirurghi, ortopedici, nefrologi, oculisti, cardiologi, anestesisti. I pazienti acuti verranno dirottati tutti a Francavilla, a Taranto o a Martina Franca. Nel “nuovo” ospedale di comunità opereranno i medici di famiglia, saranno ricoverati pazienti che necessitano di cure a bassa intensità e di pochi esami di primo livello. Rianimazione, Risonanza Magnetica e forse anche la TAC verrano delocalizzate, ed il Pronto Soccorso ridotto ad una guardia medica con qualche ambulanza in più.

I politici regionali diranno che non è così, che il “Giannuzzi” non chiude, che anzi, grazie ai soldi del PNRR, diverrà una struttura più moderna e funzionale. In realtà se ci verrà un’appendicite o ci romperemo una gamba ci metteranno in ambulanza e ci porteranno a chilometri di distanza, nei pochi ospedali “veri” rimasti, nella speranza, dopo ore e ore di attesa, di trovare soluzione ai nostri problemi.

D’altra parte, cosa ci si poteva aspettare? Da oltre un decennio uno ad uno i professionisti migliori e più radicati nel territorio, come ero io, sono stati costretti ad andarsene per far posto a “rampanti di altri lidi”, che non sono stati in grado di mantenere gli standard di eccellenza raggiunti in precedenza e sono transitati senza lasciare alcun segno di sè. Una ad una sono state soppresse unità operative complesse e semplici, dalla Ginecologia ed Ostetricia all’UTIC, dal Centro Antidiabetico all’Endoscopia Digestiva, dalla Pediatria all’Anatomia Patologica, che facevano del “Giannuzzi” il secondo ospedale della provincia dopo il SS. Annunziata.

A tutto questo si è aggiunto il COVID, utilizzato come cinico alibi per preparare il terreno, anticipando i tempi della “rifunzionalizzazione” trionfalmente annunciata. Con buona pace dell’illusione in una “rinascita” post pandemia con cui sono stati abboniti e tacitati i nostri ingenui amministratori, molto più interessati a ricucire le loro misere beghe intestine che non ad impedire che l’ospedale faccia la stessa fine del Tribunale».











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