domenica 22 settembre 2024


16/04/2022 09:49:41 - Manduria - Cultura

Il Sabato Santo viene cristianamente vissuto nel tempo del silenzio, della meditazione e del lutto fino alla Veglia solenne, qualche ora prima della mezzanotte, quando il canto del Gloria e il suono a distesa delle campane annunciano la Resurrezione

Festa di primavera per eccellenza, la Pasqua è una festa mobile, la cui celebrazione è fissata ogni anno dopo la prima luna piena successiva all’equinozio di primavera.

La festività in sé ha origini antichissime, precedenti anche alla diffusione del Cristianesimo; già per il suo essere festa mobile, legata all’equinozio di primavera, essa manifesta la sua appartenenza alle festività agricole legate alla rinascita primaverile. Inoltre, l’archetipo dell’uccisione e della successiva risurrezione della Divinità è presente in tutte le civiltà antiche, e rientra nei culti di matrice agreste basati sulla morte e rinascita dello spirito della Terra, che risorge in questo periodo a nuova vita, dopo il buio e il freddo dell’inverno.

Con l’affermarsi del Cristianesimo, il ‘pathos’ della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo viene solennemente e drammaticamente partecipato dai fedeli nella liturgia religiosa della Settimana Santa.

Storicamente, il procedere liturgico della Settimana Santa è stato oggetto della più ampia Riforma attuata sotto il pontificato di Pio XII e delle modifiche sopraggiunte successivamente, passate attraverso le indicazioni seguite al Concilio Vaticano II,  fino ai nostri giorni.

Nell'ottobre 1949, presso la Congregazione dei Riti, fu nominata una commissione liturgica incaricata di studiare eventuali riforme del rito romano, nell’intento di avvicinare maggiormente la Chiesa alle esigenze e ai cambiamenti che la società dell’epoca richiedeva. La prima questione di cui essa si occupò fu quella degli orari che regolavano l’andamento  liturgico della Settimana Santa, in particolare quello della Veglia Pasquale. Fu approvato “ad experimentum” un documento (‘Ordo Sabbati Sancti’ del 9 gennaio 1951), che permetteva la celebrazione serale del rito del Sabato Santo (dalla veglia “in mane” alla veglia “in nocte”). I lavori della commissione continuarono negli anni successivi fino alla pubblicazione, il 16 novembre 1955, del decreto "Maxima redemptionis nostrae mysteria", contenente le nuove disposizioni liturgiche per la Pasqua dell'anno successivo.

La prassi di celebrare la veglia pasquale la mattina del Sabato Santo si era venuta consolidando fin dal XVI secolo, verosimilmente per ragioni di pubblica sicurezza, dati i pericoli che si correvano a stare fuori casa a tarda notte. Così, fino agli anni Cinquanta del XX secolo, l’annuncio della Resurrezione veniva dato verso le 10-11 del sabato mattina, con il suono festoso delle campane, rimaste silenziose dal Giovedì Santo, quando durante la ‘Messa in Coena Domini’, erano state legate.

Tuttavia, nella Chiesa delle origini, il Sabato Santo era vissuto a-liturgicamente, come tempo di attesa e di riflessione sui misteri della Passione. La reintroduzione della Veglia Pasquale il sabato sera, contenuta nella riforma liturgica di Pio XII, la quale prevede che la Veglia abbia inizio dopo la mezzanotte e comunque mai prima del tramonto del sole, aderiva a quanto riportato nelle scritture: il Venerdì Santo il corpo del Signore venne deposto dalla Croce, trattato e posto nel sepolcro; l’intera giornata del sabato il sepolcro fu guardato a vista dalle guardie; la domenica mattina le donne (che andarono al sepolcro per l’imbalsamazione del corpo) trovarono la pietra rotolata. Ne consegue che la Risurrezione si colloca nella notte fra il tramonto del sabato e l’alba della domenica.

Non essendo sopraggiunta nessun’altra modifica al riguardo, attualmente il Sabato Santo viene cristianamente vissuto nel tempo del silenzio, della meditazione e del lutto fino alla Veglia solenne, qualche ora prima della mezzanotte, quando il canto del Gloria e il suono a distesa delle campane annunciano la Resurrezione.

E a Manduria? Il racconto della Veglia pasquale nel tempo della tradizione mandurina sarà oggetto di un articolo domani, domenica di Pasqua.

L’articolo integrale si trova in Anna Stella Mancino ‘La Settimana Santa a Manduria’, in QuaderniArcheo, N. 9, maggio 2018, disponibile in biblioteca. Foto dal web.











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