martedì 24 settembre 2024


18/04/2022 08:51:24 - Manduria - Attualità

«Nel caso della non praticabilità dell’alternativa delle vasche di Bagnolo, Azzurro Ionio non ha alcun timore a sostenere che è meglio che Urmu rimanga incompiuto piuttosto che entrare in funzione come una bomba ecologica ad orologeria: i  milioni spesi finora, peraltro, sono nostri e non di AQP»

Sull’iter burocratico relativo al recapito delle acque del depuratore consortile di Manduria e Sava, riceviamo e pubblichiamo una nota di Azzurro Ionio.

 

«Mentre Infuria la polemica per la scellerata volontà dell’Amministrazione Pecoraro di togliere le castagne dal fuoco ad AQP sul depuratore di Urmu, regalando 60.000 mq di area vincolata a ridosso della riserva naturale ‘Bosco Cuturi e Rosamarina’ da devastare con vasche e trincee drenanti, (che qualcuno ha suggestivamente definito ‘merdaland’), sono stati rinviati a giudizio per il 12 maggio innanzi al Tribunale penale di Brindisi, per gravi reati ambientali, gran parte dei responsabili di Acquedotto Pugliese, tra cui anche coloro responsabili della progettazione ed approvazione del sistema fognario del depuratore di Urmu Belsito. I fatti per cui si procede si sono verificati nella gestione del depuratore consortile di Francavilla Fontana, il cui scarico emergenziale, attraverso il ‘ canale reale’, giunge fino all’area marina protetta di Torre Guaceto:  nel 2020, il ‘troppo pieno’ ed altri reflui fognari percorsero decine di km nel canale e si riversarono interamente nella riserva marina, provocando ingenti danni alle acque, alla costa, agli ecosistemi.

E’prevista beffardamente per il 22 aprile, giornata mondiale dedicata alla Terra ma dall’Amministrazione  Pecoraro dedicata al definitivo sfascio del territorio costiero e precostiero manduriano, l’approvazione di una variante al PUG che trasformerà i terreni vincolati adiacenti alla Riserva Naturale, dove è vietato realizzare opere ‘irrigue’ come scarichi fognari, in terreni adatti allo scopo, così aggirando la normativa del PPTR e la tutela delle riserve.

Azzurro Ionio sarà presente durante la votazione del 22, per ricordare alla maggioranza Pecoraro che stanno regalando ad AQP la possibilità di uscire dal pantano di un progetto nato male, realizzato anche peggio, al prezzo della rovina di  pezzi importanti e qualificati di territorio e di economia turistica ed ambientale.

Azzurro Ionio, nonostante riconosca la localizzazione ad Urmu del depuratore e la natura consortile dello stesso come le vere cause del disastro in atto, chiede di verificare senza ipocrisie e servilismo la possibilità di scarichi alternativi a quelli imposti a masseria Marina, come ad esempio l’ipotesi del riutilizzo delle vasche di Bagnolo col sistema irriguo Arneo, alternativa esplorabile, pronta ed a bassissimo impatto economico ed ambientale: ma nel caso della non praticabilità di quest’ultima, l’associazione non ha alcun timore a sostenere che è meglio che Urmu rimanga incompiuto piuttosto che entrare in funzione come una bomba ecologica ad orologeria: i  milioni spesi finora, peraltro nostri e non di AQP, sono poca cosa, bruscolini, rispetto a sprechi ben più raccapriccianti, come gli impianti al Chidro, la Bradanico- Salentina, la Regionale 8 e , soprattutto, i danni turistici ed ambientali che verranno.

Giunge inoltre la notizia che WWF Brindisi (con l’avv  Luigi Stano), e WWF Italia, (con  l’avv. Francesco DI Lauro),  si costituiranno per maggio parte civile contro AQP nel processo per i danni arrecati a Torre Guaceto, a riprova di quanto siano risibili le dichiarazioni della maggioranza Pecoraro, e significativamente dei 5 stelle, sulla presunta modernità degli impianti che si stanno realizzando e sulla sicurezza del previsto ‘scarico complementare’ nel mare di Torre Columena (per quanto si contesti la localizzazione più che la tecnologia e la fallimentare manutenzione, dimostrata dai vari  procedimenti penali  a carico di AQP)».











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