martedì 24 settembre 2024


26/04/2022 08:23:36 - Manduria - Attualità

Oggi ricorre il quarto anniversario della morte dello stimato maestro, nonché validissimo operatore culturale, di Uggiano Montefusco

Noi uomini moderni “nani sulle spalle dei giganti” ci siamo illusi di vedere ben al di là dei nostri avi. Ci siamo lasciati prendere dalla hybris, dall’arroganza e dalla superbia e ci siamo illusi di aver conquistato quello per cui si è lottato per secoli.

L’uomo moderno ormai ha tutto: salute, benessere, libertà, democrazia.

Ci siamo illusi persino che la democrazia fosse non solo una nostra conquista ma un bene da esportare. E siamo diventati portatori di pace! Ci siamo illusi che l’uomo da lupo potesse trasformarsi in agnello.

Ci siamo fidati! Abbiamo creduto che la globalizzazione, l’essere cittadini del mondo, potesse essere un punto d’arrivo verso un futuro sempre più roseo e luminoso. Ci sembrava di essere tutti fratelli, al di là del colore della pelle; di poter contare gli uni sugli altri come membri di un’unica famiglia.

“Siamo tutti sulla stessa barca” ha dichiarato Papa Francesco. E invece ci siamo trovati nudi e indifesi.

Prima la pandemia e ora la guerra. La primavera non sempre è portatrice di rinascita. Spesso è il contrario…

Marzo ’77, poesia scritta quarantacinque anni fa da Cosimo Pio Bentivoglio (di cui ricorre il quarto anniversario della morte) è ancora di un’attualità disarmante.

 

Marzo ‘77

 

Tu ci hai detto:

“Ecco ,pregate e la manna scenderà

dal cielo. Verrà presto.

Tutti dobbiamo mangiare.

Vegliate e tenetevi pronti,

leggete Marx,

Suoneremo i tamburi,

affilate i coltelli. Credete!

Noi siamo con voi”.

Poi è venuta primavera,

la primavera dei fiori.

Tu ci hai detto:

"Ecco,ora ci siamo anche noi.

Abbiate fede, il mondo cambierà.

Domani scenderà la manna

per voi.

Suoneremo i tamburi,

affilate i coltelli. Credete!

Poi è venuta primavera,

la primavera dei fiori.

E attendiamo la manna

affamati e credere

non basta.

Non abbiamo udito tamburi,

abbiamo affilato i coltelli e creduto

nella libertà di turarci gli orecchi

ai discorsi drogati

di gente inglobata.

E abbiamo colpito i nostri fratelli

poliziotti.

Abbiamo pianto Lorusso.

Mandate solo corone pei morti,

ma i vivi …

          Verrà ancora primavera,

          la primavera dai lunghi coltelli

          dei figli traditi

          dei lagrimogeni e delle autoblinde,

          delle tute mimetiche e dei mitra.

 

Cosimo Pio Bentivoglio











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