martedì 24 settembre 2024


20/07/2022 11:34:42 - Manduria - Attualità

L’esperienza di una nostra lettrice: «Mi sono rivolta a due aziende che hanno aderito al progetto, ma mi hanno risposto che si sono disimpegnate in quanto, per loro, non è remunerativo. Inoltre il tariffario della misura è calcolato con i costi del 2019 e quindi lontano dalla realtà odierna»

Il reddito energetico fotovoltaico gratuito? Sembrerebbe solo uno spot, in realtà vuoto e impraticabile per i cittadini.

A sostenerlo è una nostra lettrice, che ci racconta la propria esperienza.

«Ho avuto notizia dell’iniziativa promossa dalla Regione Puglia, che sembrava, così come descritta dai media, una opportunità ghiotta, da cogliere al volo» la premessa della nostra lettrice.

Opportunità, lo ricordiamo, per famiglie con ISEE inferiore a 20mila euro. Prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto fino a un massimo di 8.500 euro in favore di utenti che rientrano in quella fascia di ISEE, finalizzati all’acquisto e all’installazione di impianti fotovoltaici sulle coperture delle case dei cittadini. L’energia prodotta dagli impianti sarà autoconsumata dai cittadini per le proprie necessità, mentre quella in eccesso verrà venduta in rete e i relativi proventi saranno percepiti dalla Regione e reinvestiti per rialimentare la misura.

Questo sulla carta. La realtà incontrata dalla nostra lettrice è decisamente differente.

«Ho scaricato dal sito della Regione Puglia l’elenco ufficiale delle aziende che hanno aderito al progetto. Con grande fiducia, mi sono rivolta ad una prima azienda. La risposta: ci siamo disimpegnati perché, così come è impostato, il bando non è remunerativo per le aziende.

Credevo si trattasse di un caso unico e, pertanto, mi sono rivolta ad una seconda azienda inserita in quell’elenco reso noto dalla Regione Puglia. La risposta: identica a quella della prima azienda».

La nostra lettrice si sofferma anche su un altro aspetto.

«La somma di 6.500 euro stabilita come contributo è assolutamente insufficiente per tutte le spese perché calcolata sul tariffario 2019. Come è noto, i costi di tantissime materie prime, da allora, sono lievitati enormemente. Si rischia, insomma, di spendere molti più soldi di quanto preventivati.

Sulla carta, insomma, l’iniziativa è davvero bella, in quanto incentiva alla produzione e all’uso delle energie pulite. La realtà, però, è un’altra: se non si interviene per ricalibrare la misura, l’iniziativa rischia immediatamente di arenarsi».











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