lunedì 23 settembre 2024


13/11/2022 17:21:39 - Manduria - Attualità

La sua scelta di andare a lavorare in Svizzera senza farsi attrarre dal miraggio del posto fisso dell’Italsider

In un significativo post, ecco il ricordo del padre Antonio, scomparso ieri, da parte del figlio Gregorio Mariggiò.

«Il treno in partenza da Lecce è affollato.

Manca poco alla partenza e la gente continua ancora a salire.

I posti della terza classe con i suoi sedili di legno erano già tutti occupati. Antonio è seduto vicino al finestrino, guarda fuori, ma i suoi pensieri sono già a destinazione, Zurigo in Svizzera.

Gli avevano detto che doveva arrivare a Milano e poi prendere la coincidenza per Zurigo.

Per la prima volta sale su un treno, trema senza farsi accorgere dagli altri compagni di viaggio, ha paura, per la prima volta si allontana da casa, solo, senza nessuno della sua famiglia.

Aveva sentito parlare della Svizzera, dell’opportunità di lavoro in Svizzera, dagli altri contadini, in campagna.

Avrebbe lavorato per un paio d’anni per poi ritornare a Manduria, sposare Marta e ripartire con lei, di nuovo in Svizzera.

Per una nuova vita.

Altri suoi amici e compagni di lavoro avevano deciso di aspettare il nuovo lavoro che stava “nascendo” a Taranto, “l’Italsider”, l’industria che doveva dare lavoro a tutti e che avrebbe dovuto cambiare “in meglio” la vita dei cittadini.

“L’Italsider”, qualcuno gli aveva proposto il posto fisso: “stanno costruendo la fabbrica e c’è lavoro per tutti, finalmente un lavoro sicuro e fisso ”, lui aveva rifiutato.

Ad Antonio, quel lavoro, lì all’Italsider, faceva paura, aveva sentito parlare di incidenti quotidiani, anche mortali».











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