lunedì 23 settembre 2024


27/02/2023 18:34:49 - Manduria - Attualità

Pompeo Stano (GEA): «Si sono presi il lusso di buttare “a mare” 50.000 quintali di acqua al giorno. Eppure, i cittadini, le associazioni, gli agricoltori, gli ambientalisti e la politica di più ampia visione e lungimiranza hanno proposto progetti alternativi finalizzati al recupero di tutta l’acqua del depuratore»

Riceviamo, e pubblichiamo, un intervento di Pompeo Stano che commenta criticamente le ultime scelte compiute dall’Amministrazione sul conferimento dei reflui del depuratore e indica come sia stata ignorata un’importante alternativa.

«L’approvazione del progetto del depuratore consortile Sava-Manduria prevede lo scarico delle acque depurate nelle trincee drenanti della masseria Marina e nell’area protetta della “palude del conte” di Torre Columena. Ciò comporterà lo spreco di una così importante risorsa, l’acqua, oltre alla concreta possibilità di inquinare degli ambienti protetti. Bisogna aggiungere a tutto ciò anche i risvolti socio-economici a grande impatto negativo che ne deriveranno con il divieto di balneazione (svalutazione del patrimonio immobiliare e la chiusura di attività commerciali i più evidenti e immediati). Gli abitanti del Comune di Avetrana ma anche di Manduria, della vicino Torre Lapillo e Porto Cesareo (con a rischio la sua area marina protetta) saranno tutti quanti interessati.

La possibilità futura di dotare la zona costiera (se e quando ciò avverrà non è dato sapere e inoltre basti pensare che ancora i Comuni come Sava, Avetrana e Manduria hanno parte dell’abitato ancora senza servizi di acqua e fogna) non risolverà il problema dell’acqua del depuratore e il rischio d’inquinamento derivante dallo scarico attraverso le trincee drenanti alla contrada marina di Manduria e lo scarico nell’area protetta della palude del conte di Torre Columena.

E pensare, come stiamo apprendendo tutti quanti attraverso i diversi mass-media, come fiumi e laghi siano in forte sofferenza di capienza d’acqua e come le dighe di accumulo per l’acqua potabile e per usi agricoli e industriali siano sotto il livello di guardia. In questo momento siamo a un valore di stoccaggio paragonabile, di solito, a quello che si raggiunge nel mese di luglio e agosto.

Questa siccità non è episodio isolato visto che il fenomeno si è presentato già l’anno scorso.

Su Liberamente del 4 novembre 2001 lanciai un’allerta all’indomani del meeting scolastico (Comenius) in Ungheria in cui evidenziammo come la nostra zona di Manduria (Salento) fosse a rischio di desertificazione.

Oggi a distanza di oltre 20 anni possiamo dire che abbiamo disatteso il premio Nobel per la pace 2007 Al Gore (Vicepresidente degli Stati Uniti d’America 1993-2001) nel suo doppio rapporto,“Una scomoda verità”, sul riscaldamento globale e come continuiamo a disattendere i 27 COP (Conferenza Organizzativa delle Parti – ONU -) sull’ambiente.

L’AQP, la Regione Puglia e l’Amministrazione comunale di Manduria, con le rispettive decisioni, infatti, sono stati ciechi e sordi di fronte a tutto ciò. Si sono presi il lusso di buttare “a mare” 50.000 quintali di acqua al giorno. Eppure, i cittadini, le associazioni, gli agricoltori, gli ambientalisti e la politica di più ampia visione e lungimiranza hanno proposto progetti alternativi finalizzati al recupero di tutta l’acqua del depuratore.

Uno di questi progetti proposti da alcuni consiglieri di minoranza (GEA) riguardava la possibilità di convogliare l’acqua del depuratore nelle vasche di stoccaggio di Masseria Bagnolo, stoccaggio a disposizione del più ampio schema progettuale che è quello che vede al centro l’invaso di “contrada Pappadai” con l’obiettivo di dissetare il Salento e quindi anche Manduria.

È stata un’occasione persa. Ci potrebbe essere però, e ancora una volta, qualcuno che corregga la direzione di una visione politica miope capace a guardare non oltre la punta delle proprie scarpe».

 

Pompeo Stano

GEA











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