«Viviamo in uno stato di completo abbandono: in questa zona non ci sono i servizi primari e lungo la litoranea mancano anche i marciapiedi»
Una lezione di civiltà da un gruppetto di turisti che soggiorna, durante l’estate, nelle rispettive abitazioni nella marina di Manduria, più specificatamente in un’area non troppo lontana dalla struttura ricettiva “Aurora”.
Nei giorni scorsi, armati di tanta buona volontà, indossando dei guanti, hanno ripulito i bordi di alcune strade della zona, fra cui via Gigli.
«Abbiamo riempito tre bustoni di spazzatura di tutti i tipi» racconta Grazia Casale (vive a Francavilla Fontana), protagonista, insieme a Elisa Manna (cittadina campana) e Stefan Suter (cittadino svizzero che vive in Francia) di questo intervento di clean up. «Abbiamo raccolto bottiglie, cicche di sigarette, resti di organico e tanti altri rifiuti solidi, che, nella quasi totalità dei casi, gli automobilisti, dopo aver abbassato i finestrini, lanciano dalle loro auto. Non riusciamo a comprendere come manchi, in tanti, il senso del rispetto dell’ambiente e, più in generale, del territorio.
Noi continueremo, con cadenza quasi settimanale, a ripulire la zona, sperando sempre che la gente che deturpa il territorio rinsavisca».
La signora Grazia Casale si sofferma, poi, su un altro aspetto.
«La zona in cui noi abitiamo sempre completamente dimenticata dal Comune di Manduria: mancano tutti i servizi primari (illuminazione pubblica, oltre che acqua e fogna) e persino i marciapiedi lungo la litoranea, che invece ci sono nella vicina Specchiarica. Per tutti noi è estremamente pericoloso anche transitare lungo la litoranea.
Ora, poi, con l’introduzione dei divieti di sosta in entrambi i lati della litoranea, si è creato un altro problema: gli automobilisti parcheggiano nelle stradine interne e, spesso, si creano degli ingorghi perché non resta lo spazio neppure per far transitare le auto. I divieti di sosta vanno bene per rendere meno caotica la litoranea, ma il Comune di Manduria avrebbe dovuto prima individuare e attrezzare aree di parcheggio alternative».
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