lunedì 23 settembre 2024


08/04/2024 09:41:31 - Manduria - Attualità

Nonostante l’approvazione del progetto dal Comune, la parte amministrativa non ha mai versato la somma pattuita nei confronti del privato. Neppure dopo i frequenti solleciti fatti pervenire via pec dallo studio legale De Cataldo – Passiatore

Giansettimo Mazza, noto imprenditore manduriano e titolare della panzerotteria “La Calitta”, aveva acquistato il chiosco sito in via Sorani – angolo via per Maruggio, nel 2013 e, nello stesso anno, inoltrava una richiesta di ampliamento e ristrutturazione al Comune di Manduria per la realizzazione dei servizi igienici, lo stallo per accesso ai disabili e l’istallazione del dehor nella zona antistante il chiosco. Manifestando anche la volontà, a scomputo dei costi, di riqualificare la piazzetta pubblica su cui insiste la struttura.

Nel 2015 la giunta comunale di Manduria aveva approvato in toto il progetto e, dopo la stipula del contratto di concessione di suolo pubblico tra il Comune e il privato, la parte amministrativa si obbligava, a due mesi dalla fine dei lavori (ottobre 2019) a pagare l’intero importo suddiviso in 12 ratei annui, per un costo complessivo di poco superiore ai 17 mila euro. Importo che, di fatto, non è stato mai versato.

Nonostante i vari solleciti via pec, sempre senza esito, Giansettimo Mazza, attraverso il suo legale rappresentante, lo studio De Cataldo – Passiatore, ha chiesto il pagamento delle somme maturate e scadute al Comune di Manduria in un’unica soluzione e, in aggiunta, delle spese legali. Richiesta accolta dal giudice di Pace di Taranto, Rosa Silvestri, che dopo aver esaminato la relativa documentazione, in data 1 marzo 2024, ha condannato il Comune di Manduria al pagamento dell’intera cifra (pari a 8500 euro) più le spese legali.

Come è ben visibile dalle foto (prima e dopo), l’imprenditore Mazza ha apportato evidenti migliorie all’intera area pubblica: recuperando e ristrutturando la piazzetta su cui insiste il chiosco e fornendo una serie di servizi che prima non c’erano: i bagni, la rampa per i disabili e l’area green per il decoro urbano. L’ente inadempiente, in presenza di un provvedimento giudiziale, sarà obbligato a pagare l’intero importo con aggravio di spese e oneri in danno dell’intera comunità locale.











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