giovedì 10 aprile 2025


11/03/2025 17:01:35 - Manduria - Attualità

«Una spiaggia “attrezzata”, con i suoi chioschi, ristoranti e ormeggi per moto d’acqua, inquina dieci volte più di tutto il resto della litoranea. Questo è il paradosso che nessuno sembra voler vedere: la “pulizia” diventa il cavallo di Troia per una commercializzazione che uccide l’autenticità e l’integrità di un luogo»

Riceviamo, e pubblichiamo, un intervento di Ferdinando Arnò avente come oggetto la decisione del Comune di Manduria di individuare altri tratti di spiaggia della marina di Manduria, da privatizzare. Ecco il testo.

«Tra Mojito, jet ski e spigole albanesi, la vera minaccia alla bellezza di un paesaggio è la trasformazione della spiaggia in un prodotto. Una spiaggia “attrezzata”, con i suoi chioschi, ristoranti e ormeggi per moto d’acqua, inquina dieci volte più di tutto il resto della litoranea. Questo è il paradosso che nessuno sembra voler vedere: la “pulizia” diventa il cavallo di Troia per una commercializzazione che uccide l’autenticità e l’integrità di un luogo.
La spiaggia, che dovrebbe rappresentare un incontro naturale tra uomo e ambiente, è ormai ridotta a una merce, da consumare e svuotare di valore. I Mojito, i ristoranti che servono pesce importato da lontano, e le moto d’acqua che rompono la quiete del mare, sono il risultato di una logica economica che preferisce il profitto alla bellezza. In nome di un ordine che non esiste, si invade lo spazio, si copre la sabbia con ombrelloni e sedie sdraio, e si pretende che tutto ciò migliori l’esperienza turistica.
Eppure, la soluzione non è poi così complessa: parcheggi ben progettati, nascosti alla vista, e un servizio di pulizia che rispetti il luogo, piuttosto che trasformarlo. Un controllo del territorio che non significhi più invadere, ma proteggere, preservando ciò che rende unica la bellezza del luogo».

 

Ferdinando Arnò











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