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14/02/2009 20:22:53 - Manduria - Cultura

Pillole di ironia e di saggezza da Salvatore, su una sedia a rotelle dopo un incidente, agli alunni del laboratorio di Giornalismo

 
Terzo incontro per i piccoli giornalisti del laboratorio della scuola elementare “Michele Greco” di Manduria. Ospite, nella mattinata, è stato Salvatore Sgura, 34 anni, una vita segnata da un incidente stradale, causato da una buca sull’asfalto, che lo ha costretto sulla sedia a rotelle.
Disabilità e barriere architettoniche sono stati gli argomenti trattati dai giornalisti in erba della scuola manduriana, motivati e coinvolti, non solo emotivamente, nel problema. Dopo le ricerche nelle settimane precedenti, l’interlocutore odierno si è sottoposto volentieri alla “raffica” di domande degli alunni mandriani, rispondendo con grande intelligenza ed ironia.
Salvatore ha raccontato la sua esperienza, prima e dopo l’incidente.
«Amavo tanto lo sport: praticavo, a buon livello, il pugilato, il calcio e l’atletica leggera» ha detto ai ragazzi. «E, quando andavo a scuola, non ero una cima: non perché non fossi intelligente, ma perché non riuscivo a capire l’importanza dello studio, attratto dalle passioni tipiche di un ragazzo adolescente. Ho capito solo dopo quanto sia importante studiare. Non per brillare agli occhi dei maestri, ma per crescere e per avere una formazione che è utile nella vita. Così ho recuperato dopo l’incidente: ho conseguito la laurea ed ho frequentato anche un master per conduttore televisivo. Mi piacerebbe trovare una televisione che mi dia uno spazio, una sorta di salotto, in cui parlare di tanti argomenti di attualità. Sport compreso».
Uno dei temi più ricorrenti nelle domande è stato quello delle barriere architettoniche.
«No, chi parcheggia l’auto nei pressi di uno scivolo che consente il transito alle sedie a rotelle non è un’egoista, né un cattivo. Credo sia uno che, in questo mondo frenetico, non ha tempo per osservare. Non si rende conto del problema che crea ai disabili. Noi, sulla sedia a rotelle, abbiamo più tempo: osserviamo e comprendiamo».
Barriere architettoniche sono anche le buche nelle strade (“A volte mi sembra di stare sul Tagadà” è stato l’ironico commento di Salvatore) o i pali sui marciapiedi.
«Io mi sono anche candidato a consigliere comunale. Come avrei fatto per raggiungere l’aula consiliare che è al primo piano di una struttura senza ascensore? La prima volta forse mi avrebbero issato su a forza. Ma poi mi sarei rifiutato di farlo. Avrei preteso che i Consigli Comunali si svolgessero in una struttura senza barriere architettoniche. Ma io non do la colpa a nessuno, neppure ai politici, presi sempre da tante cose. So, peraltro, che un progetto c’è per eliminare la barriere architettoniche del Comune e so che l’inizio dei lavori è prossimo. Però, per tre anni, avrei chiesto che i Consigli si tenessero altrove».
Come vede il mondo un disabile? La risposta di Salvatore ha divertito i ragazzi.
«Vedo un mondo a colori. Un mondo in cui si vive con tanta gioia, ma anche, a volte, con tristezza. Come tutti, insomma. Un mondo in cui, ora, io sono alto quanto voi. Già, io sono alto 1,26, ma sono lungo 1,78…».
L’ironia è l’arma in più degli intelligenti. E Salvatore, sotto questo profilo, si è dimostrato un maestro.
«A volte accade che qualcuno che vede un disabile in difficoltà non lo aiuti. Ma non lo fa perché è cattivo. Credo che ciò accada perché, forse, costoro non sanno come fare ad aiutare un disabile».
Su sollecitazione di un’alunna, Salvatore ha parlato di barriere culturali e di vita indipendente.
«Le barriere culturali fanno più male di quelle architettoniche. Provo io pena verso coloro che dimostrano di avere barriere culturali: non hanno capito che il disabile si affronta consentendogli di avere una vita senza ostacoli. La vita indipendente? Tante cose esistono già. Io guido l’auto e posso entrare nelle case delle persone, in un negozio o in un museo attraverso internet. Con la tecnologia, tante altre cose si potranno fare».
Non solo lezione di vita, dunque, da Salvatore Sgura (accolto dalla dirigente scolastica Gerarda Elvira Marra e dalla maestra referente del progetto, Angela Sgura), ma anche una lezione di stile. Che ha voluto offrire agli alunni, le nuove generazioni del futuro. Coloro che, insomma, potranno rendere il mondo senza più barriere.
Nella galleria le immagini dell'incontro.










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