- venerdì 31 gennaio 2025
Michela, insignita dell’onorificenza al Merito della Repubblica Italiana “per il suo coraggioso gesto di denuncia delle condizioni di sfruttamento del lavoro giovanile”, lavora, seppur con un contratto a tempo determinato, al Giannuzzi di Manduria
Michela Piccione insignita dell’onorificenza al Merito della Repubblica Italiana “per il suo coraggioso gesto di denuncia delle condizioni di sfruttamento del lavoro giovanile”.
Fra i 36 cittadini italiani che si sono distinti per “atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel volontariato, per l’attività in favore dell’inclusione sociale, nella promozione della cultura, della legalità e del diritto alla salute”, cui sarà conferita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la prestigiosa onorificenza, c’è anche Michela Piccione, 35 anni, lizzanese d’origine e ora residente a Sava. Alcuni anni fa ebbe il coraggio di denunciare lo stato di sfruttamento che lei e le sue colleghe, operatrici di un call center, subivano.
“Diplomata all’istituto tecnico chimico biologico, madre di due figli” è riportato nella motivazione. “Fino ad oggi non ha mai avuto un contratto a tempo indeterminato. Ha svolto vari lavori prima di arrivare al ruolo di centralinista in un call center a Taranto. Si rende conto da subito delle condizioni lavorative cui lei e suoi colleghi sono sottoposti, sfruttati per un compenso irrisorio. Trovata la forza, ha convinto altre 20 colleghe e denunciato alla SLC Cgil tutte le irregolarità riscontrate. In seguito alla denuncia la struttura è stata chiusa”.
La telefonata dalla segreteria del presidente Mattarella è arrivata nel primo pomeriggio dell’altro ieri.
«Hanno contattato dapprima mio marito, il quale ha inizialmente creduto che si trattasse di uno scherzo» racconta Michela. «Poi è arrivato un messaggio in cui mi invitavano a richiamare la segreteria del Presidente della Repubblica. Ho stentato a crederci anche io… Poi, dopo aver ricevuto la comunicazione ufficiale, sono scoppiata a piangere. L’emozione è tutt’ora molto forte: l’altra notte non sono riuscita a dormire. Mi è stato riferito che la consegna delle onorificenze avrà luogo, a Roma, non appena la pandemia lo consentirà. Avrò, insomma, l’opportunità di conoscere Mattarella…».
Ora Michela ha un contratto a progetto con un altro call center e, da fine novembre, è stata assunta, per tre mesi, come ausiliaria negli ambienti Covid del “Giannuzzi” di Manduria. Ma ha dovuto sospendere anche questo lavoro…
«Ho contratto anche io il virus (non so dove e come, francamente). Sto bene, ma sono in quarantena in attesa della negativizzazione. Nel nuovo call center (Planet Group) mi trovo benissimo: è la dimostrazione che anche in questo settore c’è gente seria. E’ chiaro, però, che ambisco ad una occupazione che mi garantisca una stabilità contrattuale. Sto partecipando a tanti concorsi e nel frattempo sono stata assunta come ausiliaria, per tre mesi, nell’ospedale Covid di Manduria. La possibilità che possa essere assunta a tempo indeterminato? Magari…. Ho un primario bravo e umano: il dott. Francesco Turco. Anche l’ambiente mi piace. Ora, però, sono in malattia».
Da Michela l’invito rivolto a tutti i lavoratori a non sottostare allo sfruttamento.
«Comprendo che, per molti, anche un modesto compenso possa servire per sbarcare il lunario. Ma non è giusto che i datori debbano calpestare i diritti dei lavoratori e non è vero che se si denuncia lo sfruttamento non si troverà più lavoro. Bisogna denunciare, solo così le cose possono cambiare».