MANDURIA - La seconda ed ultima parte del racconto 'Una giornata speciale' di Walter Pasanisi
  • giovedì 30 gennaio 2025

MANDURIA - La seconda ed ultima parte del racconto 'Una giornata speciale' di Walter Pasanisi

08/12/2024 09:34:03 - Manduria - Attualità

L’insonnia divenne una compagna abituale, ma Alessio riuscì a nascondere i suoi tormenti. Condusse una vita apparentemente normale: lavorava, tornava a casa, pedalava con il suo gruppo di ciclisti, frequentava gli amici di sempre e coltivava i suoi hobby. Nessuno, tra colleghi, conoscenti e familiari, sospettò nulla

Col trascorrere dei giorni, l’euforia iniziale pian piano si spense e Alessio ritrovò la lucidità. La coscienza, fino a quel momento sopita, iniziò a tormentarlo. Sentiva spesso un languore allo stomaco. Il suo appetito, già grande in condizioni normali, crebbe smisuratamente, alimentato dall'inquietudine. Non erano pene d’amore, come quelle vissute da giovane, ma il peso di quel denaro nascosto. I frequenti mal di testa peggiorarono il suo stato d’animo, mentre un vortice di dubbi lo assillava: restituire i soldi o disfarsene? Evitare di lasciare tracce per non attirare l’attenzione della Polizia o di eventuali malfattori? Verificare l’autenticità delle banconote?

L’insonnia divenne una compagna abituale, ma Alessio riuscì a nascondere i suoi tormenti. Condusse una vita apparentemente normale: lavorava, tornava a casa, pedalava con il suo gruppo di ciclisti, frequentava gli amici di sempre e coltivava i suoi hobby. Nessuno, tra colleghi, conoscenti e familiari, sospettò nulla.

Due mesi dopo la scoperta del denaro, un sabato pomeriggio, Alessio decise di agire indisturbato. Sua moglie era dal parrucchiere e il figlio giocava a calcio con gli amici. Nel garage, in quell’angolo nascosto, c’era ancora la borsa, intatta e mai utilizzata. Alessio scese le scale in fretta, accese la luce del garage e spostò la legna accatastata lungo la parete. Infilò una mano nello spazio liberato e trovò la zip della borsa. Prelevò due banconote da cento euro. Con il cuore in gola, si precipitò in un ipermercato per fare acquisti.

Zigzagando tra la folla, riempì il carrello di alimenti biologici, frutta, verdura e altri prodotti. Scelse la cassa meno affollata e attese il suo turno, ultimo della fila. Guardandosi intorno, notò che nessuno lo stava osservando. Le palpitazioni aumentarono quando inserì le banconote nella macchina automatica. Per un attimo temette il peggio, ma il dispositivo accettò i soldi e restituì il resto in monete. Quei soldi non erano falsi.

Soddisfatto e sollevato, Alessio espirò profondamente e uscì dal supermercato. Sulla strada del ritorno, si impose di mantenere la calma e agire con prudenza. Una domanda continuava a tormentarlo: e se quei soldi fossero segnati dalla Polizia? Pensò alle banconote utilizzate nei sequestri per tracciare i pagamenti dei riscatti. Un movimento sospetto di denaro avrebbe potuto insospettire le autorità o allertare la criminalità locale.

Non voleva correre rischi. Ripensò alla sua vita passata, segnata da difficoltà e sacrifici. Rivide se stesso da giovane, imbarazzato e insicuro. A fatica aveva frequentato la scuola secondaria a Manduria e poi l’istituto tecnico industriale di Taranto, dove si diplomò a stento.

La fortuna, però, gli aveva sorriso: grazie all’aiuto di un parente influente, superò il concorso per l’Arsenale Militare di Taranto, entrando nella graduatoria dei vincitori. Beneficiò dei posti riservati agli orfani di dipendenti statali e ottenne un impiego a tempo indeterminato. Quella svolta cambiò la sua vita. Alessio era certo che suo padre, da lassù, l’avesse aiutato.

Alessio era molto apprezzato dai suoi conoscenti, amici e colleghi per i buoni rapporti che intesseva con il prossimo, per la sua irreprensibile onestà, la dedizione al lavoro e l’amore per la famiglia. Agli occhi della gente, non poteva apparire diverso da ciò che era sempre stato, anche se da qualche mese avrebbe potuto vivere da nababbo. Tuttavia, aveva modificato di poco il suo tenore di vita. Per non destare sospetti, Alessio allargò il raggio d’azione in cui spendeva le banconote, evitando di frequentare sempre gli stessi negozi o attività commerciali. Si spostava nei comuni limitrofi ed effettuava acquisti anche fuori dalla provincia di Taranto.

Smerciava il denaro prevalentemente negli ipermercati, dove si confondeva tra le migliaia di clienti. Puntualmente, pagava le tasse in contanti e utilizzava le banconote ai distributori self-service per fare il pieno di carburante. Nei fine settimana, saldava i conti in pizzerie e ristoranti, dove si concedeva qualche abbuffata per soddisfare il suo noto appetito pantagruelico. Tuttavia, ogni acquisto era sempre ponderato. Per non attirare attenzioni, riempiva il carrello della spesa solo con lo stretto necessario, evitando di superare i trecento euro. Anche per gli acquisti in altri negozi non spendeva più dell'importo prefissato, pur concedendosi occasionalmente qualche sfizio.

La borsa conteneva ancora tanto denaro, abbastanza da durare una vita intera. Alessio agiva con prudenza, pianificando ogni mossa per evitare errori e allontanare i sospetti. Sua moglie, Angela, iniziò a notare alcuni cambiamenti: il marito si concedeva qualche lusso e pagava sempre in contanti, abbandonando l’uso delle carte elettroniche. Messo alle strette, Alessio fu costretto a raccontarle la verità. Angela, inizialmente irritata per il lungo silenzio, si calmò e accettò di diventare complice del marito. Insieme studiarono una strategia: evitare spese folli e non ostentare ricchezza, nonostante la tentazione fosse forte.

Angela, più astuta, trovò una soluzione temporanea per parte del denaro. Alessio coinvolse la madre, Maddalena, una donna anziana e fragile, ignara di tutto. Si recò con lei in una banca di Manduria, dove aprì un conto deposito a nome della madre. Per aggirare i controlli sul riciclaggio di denaro, versarono meno di cinquemila euro, il limite consentito per i depositi in contanti. Alessio raccontò all'impiegato che quei risparmi, poco meno di cinquemila euro, erano stati trovati in un cassetto, accumulati nel tempo dalla madre grazie alla reversibilità della pensione del marito defunto. L’impiegato non sospettò nulla e ringraziò la donna per aver scelto la loro banca. Ogni mese, Maddalena, accompagnata dal figlio, versava piccole somme, oscillanti tra i mille e i millecinquecento euro, fino a raggiungere un importo compatibile con il risparmio di una persona modesta.

Nessuno poteva sospettare di Maddalena, una madre amorevole e ignara del raggiro orchestrato da Alessio. Tuttavia, la borsa era ancora piena di denaro, e svuotarla completamente senza attirare l’attenzione si rivelava arduo. Un giorno, leggendo alcune notizie sul web, Alessio si imbatté in un articolo che raccontava la storia di una donna americana che aveva trovato e consegnato alla polizia una somma ingente di denaro. La legge italiana, scoprì, prevedeva che chi trovava del denaro dovesse consegnarlo al sindaco del luogo. Se, trascorso un anno, nessuno ne reclamava la proprietà, il ritrovatore poteva diventarne il legittimo proprietario, come stabilito dall'art. 929 del Codice Civile.

La notizia accese una scintilla in Alessio. Senza consultare la moglie, imboccò la SS7 Ter, diretto a Monteparano, un piccolo comune della provincia dove nessuno lo conosceva. Ogni giorno, per recarsi al lavoro, Alessio percorreva quella strada, ma questa volta lo faceva con piacere.

Si presentò al Comando della Polizia Locale e, mentendo, raccontò di aver trovato il borsone sul ciglio della strada. Il comandante, apprezzando l’onestà di Alessio, redasse il verbale e prese in consegna il denaro.

Da qualche giorno i mass media riportavano comunicati riguardanti l’incombente crisi di governo nazionale e in giro non si parlava d’altro, se non di un fatto di cronaca nera che aveva scosso l’opinione pubblica: un duplice omicidio, per futili motivi, commesso da un minorenne nei confronti dei genitori.

In rete, il flusso continuo di quella notizia scatenò le reazioni degli utenti sui social e si diede poco risalto a un altro episodio: la vicenda di un anonimo automobilista baciato dalla fortuna...

Dopo dodici mesi, nessuno reclamò quei soldi. La comunità locale, piccola e ben consapevole delle condizioni economiche di ogni abitante, non avrebbe potuto giustificare il possesso di una somma così ingente rinvenuta da uno sconosciuto.

Parte del denaro fu destinata alla beneficenza, un’altra parte usata per assicurare il silenzio e il resto migliorò la vita di una famiglia modesta di Manduria, città di origine messapica nota per il vino Primitivo e la sua storia.

 

Walter Pasanisi

 

Fine





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