- giovedì 30 gennaio 2025
L’ex consigliere comunale Capogrosso: «Entrambi i casi evidenziano preoccupanti similitudini: superficialità e mancato rispetto delle regole; danno all’immagine del territorio e del “Primitivo”; sospetti di conflitti d’interesse (caso “Jannik”); violazione dei principi di libera concorrenza (caso “concessioni balneari”)»
Riceviamo, e pubblichiamo, un intervento dell’ex consigliere comunale Agostino Capogrosso. Ecco il testo.
«Il caso “Rosso Jannik” è solo l’ultimo di una serie che mina la credibilità di Manduria. Dal disastro delle concessioni balneari nel 2020, oggi un nuovo clamoroso fiasco. Due episodi che, a distanza di tempo, lasciano una macchia indelebile sull'immagine del territorio, con potenziali ripercussioni su turismo ed economia.
Mentre l'Italia celebra i successi di atleti come Jannik Sinner, capace di conquistare titoli mondiali e di rappresentare un esempio positivo per il Paese, Manduria si trova nuovamente al centro di una questione di rilevanza nazionale (e potenzialmente internazionale).
Ho sempre privilegiato un approccio oggettivo nell'analisi delle vicende: le considerazioni che seguono pertanto, mirano unicamente a esprimere un giudizio su questioni di interesse generale per la città, valutando i fatti e le loro implicazioni per il territorio.
In una democrazia, è fondamentale che i cittadini possano esprimere la propria opinione sull'operato degli amministratori. Il diritto di critica è tutelato dalla Costituzione all’art. 21, ed è alla base del controllo democratico e del buon funzionamento delle istituzioni. Premessa apparentemente scontata, ma probabilmente, non per chi ci amministra.
L'immagine di Manduria non viene offuscata da chi esercita il diritto di critica, ma da chi, con le proprie azioni, ne mina la credibilità! Ed è proprio alla luce di questo principio che analizziamo questi due fatti che hanno coinvolto Manduria.
Come per il caso “Jannik”, i cui dettagli imbarazzanti sono ormai ben noti, è doveroso ricordare anche la vicenda delle Concessioni Balneari prorogate fino al 2033 da questa Amministrazione e dichiarate poi illegittime dal Consiglio di Stato (sentenza 1 marzo 2023). Un grave errore, quello sulle concessioni, che ha segnato l’avvio del mandato elettivo. E a un anno dalla conclusione, persino il nostro prodotto simbolo, il Primitivo di Manduria, resta coinvolto in una gestione altrettanto discutibile e inadeguata.
Entrambi i casi evidenziano preoccupanti similitudini:
- Superficialità e mancato rispetto delle regole;
- Danno all’immagine del territorio e del “Primitivo”;
- Sospetti di conflitti d’interesse (caso “Jannik”);
- Violazione dei principi di libera concorrenza (caso “concessioni balneari”).
Non si tratta di semplici errori, ma di due gravi smacchi per la nostra città e per il territorio! La sentenza del Consiglio di Stato è un gravissimo precedente che, unito a quanto accaduto con il caso “Jannik”, sancisce l’incapacità dell’Amministrazione in carica, nel tutelare l'immagine e il futuro di Manduria.
Ci auguriamo che quest’ultimo anno di mandato non comprometta ulteriormente la credibilità del territorio a livello nazionale, ma è assolutamente necessario un cambio di rotta per il bene di Manduria e per il suo futuro».
Agostino Capogrosso