MANDURIA - La seconda e ultima parte del racconto di Walter Pasanisi intitolato 'La casa con la lampara'
  • giovedì 30 gennaio 2025

MANDURIA - La seconda e ultima parte del racconto di Walter Pasanisi intitolato 'La casa con la lampara'

20/01/2025 09:21:18 - Manduria - Attualità

Le giornate scorrevano serene in quella dimora. Durante le fredde serate invernali, i tre si sedevano davanti alla finestra, osservando in silenzio il mare tempestoso che lambiva la spiaggia. Quando le mareggiate si placavano, il silenzio tornava a regnare lungo la costa, e l’acqua, ritirandosi lentamente, restituiva alla riva ciò che aveva inghiottito

Francesca non conosceva molto di quel giovane di media statura, fisico atletico, un po’ impacciato, ma caratterialmente solare, colto, spontaneo, misterioso e al tempo stesso affascinante; un tipo singolare che non si incontrava tutti i giorni e che per molte non suscitava interesse. A lei, però, bastava poco per innamorarsene. Francesca, dal canto suo, era dolce e di bell’aspetto: viso acqua e sapone, capelli lunghi e ricci, sguardo tenero e pensieroso. Ambiziosa, si dedicava con passione agli studi universitari, determinata a laurearsi in tempi brevi. Tuttavia, quell’estate si era concessa una pausa per trascorrere qualche giorno di relax al mare.

I due si erano conosciuti l’inverno precedente, ma nella cittadina messapica di Manduria si erano incrociati di rado, senza che da quei fugaci incontri nascesse alcun interesse reciproco. Quell’estate, però, le loro occasioni di incontro si fecero più frequenti. Mauro, durante le sue passeggiate mattutine sulla spiaggia, spesso notava Francesca nei pressi della casa con la lampara: la ragazza era distesa sulla sabbia all’ombra di un ombrellone, in compagnia di amiche. Quando la intravedeva, Mauro si avvicinava con l’intento di trattenerla solo per un saluto, ma il desiderio di stare con lei lo spingeva a rimanere più a lungo.

Seduto accanto a Francesca, Mauro conversava spesso, alternando discorsi leggeri a temi più profondi, mettendo in mostra la sua vasta cultura. Le ore trascorrevano in fretta sotto l’ombrellone, e Francesca, pur mantenendo una riservatezza naturale, apprezzava la simpatia e la galanteria del ragazzo, che sembrava appartenere a un’altra epoca. La loro amicizia, consolidatasi in quei giorni estivi, si trasformò presto in un sentimento profondo e reciproco.

Con l’avvicinarsi della fine dell’estate, Mauro e Francesca decisero di stare insieme. Pochi anni dopo, i due convolarono a nozze e scelsero di vivere per sempre nella casa con la lampara, povera di arredi ma resa accogliente dalla loro presenza. Qualche mese dopo, Francesca diede alla luce Luca, che crebbe circondato dall’amore e dall’affetto dei genitori.

Le giornate scorrevano serene in quella dimora. Durante le fredde serate invernali, i tre si sedevano davanti alla finestra, osservando in silenzio il mare tempestoso che lambiva la spiaggia. Quando le mareggiate si placavano, il silenzio tornava a regnare lungo la costa, e l’acqua, ritirandosi lentamente, restituiva alla riva ciò che aveva inghiottito.

Al mattino, Francesca si alzava di buon’ora per dedicarsi alle faccende domestiche e preparare la colazione. Poi si svegliavano Mauro e infine il piccolo Luca, che si sedeva con i genitori al grande tavolo accanto alla vetrata, sempre rivolto verso il mare. Dopo la colazione, Mauro usciva per andare al lavoro, mentre Francesca accompagnava Luca alla fermata dello scuolabus.

La loro routine tranquilla fu bruscamente interrotta quando Francesca si ammalò gravemente. Mauro, devoto, la accudiva con amore, mentre Luca, resosi conto della situazione, diventava sempre più indipendente. Una notte d’inverno, durante una violenta tempesta, Francesca si spense tra le braccia del marito e del figlio. Quella stessa notte, il mare in piena inghiottì la casa e i suoi abitanti.

All’alba, i pescatori del luogo trovarono sulla spiaggia solo Luca, rannicchiato e tremante, con la lampara stretta al petto. La casa era scomparsa, e dei suoi genitori non si trovò traccia. Luca venne adottato da una giovane coppia e portato lontano dal mare, ma non si separò mai dalla lampara, unico ricordo della sua famiglia.

Anni dopo, ormai adulto, Luca tornò sulla costa salentina, trovando il luogo profondamente cambiato. Al posto della casa sorgeva una spiaggia deserta, ma il mare continuava a lambire dolcemente la riva. Seduto sulla sabbia, con la lampara accanto, Luca sentì il legame indissolubile con il passato e decise di tramandare la storia della sua famiglia. La lampara divenne il simbolo di una memoria luminosa, custodita tra le onde e le stelle di quelle notti estive che non si spengono mai.

 

Walter Pasanisi





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