Adesso parlo io: Mimina Misseri a Matrix
Ancora tsunami di versioni e presunte verità dal fronte Misseri. Stavolta a stupire i coniugi in team Mimina vs Michele, in sedi e con modalità diverse, recentemente protagonisti di quella querelle alla Kramer contro Kramer per il caso Scazzi.
Se Michele rinnova ala sua fedeltà all’epistolario, la sua dolce metà, bersaglio di numerose etichette, ha scelto dietro consiglio del suo legale, la televisione per ribadire e la sua innocenza ed estraneità ai fatti che vedono coinvolta lei e la sua famiglia. L’apparizione della matrona di Avetrana si è materializzata a Matrix, la trasmissione di approfondimento giornalistico di Canale 5 condotta da Alessio Vinci, che ha fatto incetta di ascolti ed alto gradimento share per la confessione in diretta in pieno stile Misseri di Mimina Serrano.
Incalzata dalle domande della giornalista e bersagliata dai numerosi “mi oppongo” dell’ex difensore del marito, avv. Daniele Galoppa, nonché dai dubbi sollevati dagli altri avvocati di parte presenti, nell’aula televisiva alla Forum, la signora Mimina fornisce la sua versione su quel maledetto 26 agosto, con la solita flemma quasi distaccata che la riscatta dagli interrogativi sul suo ipotetico coinvolgimento nell’omicidio della nipote di inquirenti ed opinione pubblica.
Adagiata sul salottino a due piazze color verde bottiglia, by tronista pop, donna Mimina conferma l’ennesima versione del marito, la numero nove, racchiusa all’interno di una missiva resa pubblica in questi ultimi giorni, nella quale lo zio di Sarah racconta la sua verità definita, si fa per dire, sulla morte della ragazzina, avvenuta dopo una colluttazione tra Michele e Sarah, nel garage, causa un’arrabbiatura inspiegabile degenerata in follia per il trattore che non partiva.
Un rimprovero piuttosto deciso prima di uno spintone che fa cadere la ragazza, la quale risponde con un calcio dato allo zio, in preda alla stessa ira che poi scatena la furia omicida di Michele che finisce la nipote. Due versioni due che coincidono, chissà come mai, a sostegno della tesi di assoluta innocenza della povera Sabrina, vittima sino in fondo della sua famiglia.
Difesa a spada tratta dalla mamma, più volte preoccupata del futuro senza alcuna prospettiva di riscatto sociale, morale e lavorativo della figlia, incurante in apparenza della povera Sarah, tanto da essere richiamata all’ordine e bacchettata dall’avv. Galoppa, che le ricorda che la morte di una 15enne non è un optional.
Non sono mancati attimi di commozione turbati dal continua j’accuse dello stesso avvocato, alla dichiarazione della donna di non riuscire a visitare la tomba della nipote, negando anche alla memoria dei genitori l’atto di pietà dovuta dai vivi ai morti per ragioni comprensibili, ma non apparsi molto chiari, tra il serio ed il faceto, il paradosso e la faccia di bronzo.
Tace però la Procura di Taranto, che non chiarisce nemmeno con le analisi dei Ris le dinamiche di un omicidio che approderà nelle aule dei tribunali, con un carico indiziario troppo indiziario e poco probante, legato all’a, b, c dell’investigatore dilettante, impietoso verso la giustizia da rendere alla memoria della povera Sarah e della sua famiglia.
Rompe dunque la cortina del no alle missive imposte dai magistrati a Michele, il quale sceglie di scrivere la sua ennesima verità per fissare ricordi emersi con il passare del tempo relativamente a quanto accaduto nel garage degli orrori, cui fa seguito la richiesta di un nuovo sopralluogo per corroborare de visu e dal vivo quanto affermato nella sua ultima lettera.
Destinataria assoluta di ogni beneficio testamentario di questa confessione paterna e più conforme alle esigenze della famiglia restante Misseri, Sabrina, per la quale forse si intravede una qualche luce di revisione delle accuse, benché la Procura resti ancorata all’ipotesi originaria di un omicidio a sfondo familiare da definire nei tanti punti oscuri che si infittiscono di periodo in periodo per ragioni di gelosia.
Il tarlo della gelosia di Sabrina verso la cugina interamente misconosciuto dalla mamma nel corso della diretta, ma confutato come movente omicidiario nuovamente da un’altrettanto chiara testimonianza dell’amica-cliente dell’estetista di Avetrana Anna, disposta a ripetere quanto già detto agli inquirenti sui rapporti troppo tesi tra Sabrina e la cugina.
Insomma nulla di certo all’orizzonte, tanti dubbi e poche certezze di un giallo da consumare sotto l’ombrellone, nel solleone 2011.
Mimmo Palummieri