Ora tocca a me: o adesso o mai più
Ore 14:45, tra il lusco e il brusco, Mimina Misseri appare nel finire di un involtino ed il piatto della domenica, proprio nel contenitore del giorno di festa “Domnenica In”, alla presenza dello shoman Massimo Giletti, garantendo un botto di ascolti alla Rai.
La tappa del tour televisivo dell’altra metà della mela di casa Misseri & Misteri sulla rete ammiraglia di mamma Rai dopo una scorribanda in Mediaset con il battesimo di Matrix per ribadire la verità lungamente attesa e taciuta di Cosima Serrano sul quel maledettissimo 26 agosto, che ha segnato il giro di boa nell’album di famiglia del c’eravamo tanto amati.
Consigliata dal suo legale, più che dal suo difensore di rendere pubblica la sua versione per sottrarsi al coro di accuse divenute l’ensemble del vocabolario della crusca in fatto di epiteti variopinti, donna Mimma intesse autodifesa degna alla Perry Mason per puntare l’indice contro di lui, il marito Michele.
L’incipit lapidario, tanto da smantellare momento dopo momento l’orgia delle ipotesi di opinionisti fai da te, o specialisti del settore sul perché lo zio di Avetrana dormisse sulla sdraio.
«Avevamo litigato in campagna, l’ultimo di una lunga serie di episodi; aveva tentato di ................ (non si esprime chiaramente Mimina Serrano, lascia intendere un qualche tentativo di essere colpita con un attrezzo di campagna), ...... pertanto l’avevo buttato fuori dal tetto coniugale. Posso dire che con me non è stato mai particolarmente affettuoso, ma con le figlie sì, a tal punto da decidere di non rimproverale nemmeno di fronte ad un ritardo dovuto alle uscite serali per paura che queste non gli volessero più bene ....» .
Comincia così il racconto della quotidiana vita matrimoniale dei coniugi Misseri, gratuitamente in prima visione su Rai 1, senza alcun biglietto. In penombra lei, Mimina Serrano, un’intervista all’americana un mezzobusto che giganteggia davanti alla telecamera con incursioni da primo piano, nei momenti topici del serrato ed incalzante dialogo tra la sfinge di Avetrana e il fascinoso showman Giletti che diventa un apostrofo per caso tra un canovaccio imperfetto grammaticalmente parlando ed un denso poema dell’orrore sotto l’ombrellone dell’estate scorsa in eredità per il prossimo.
In un attimo la platea la riscatta dalla rubrica dal prendi tanto paghi poco degli insulti rivoltele nel corso di otto mesi di indagini e colpi di scena, molti dei quali consumati durante le innumerevoli dirette televisive. All’improvviso non rimane più nulla della regista occulta alla Hitchcook, della sfinge senza sentimenti, del fortino inespugnabile, del vaso di Pandora del meglio del peggio del che “cosa c'è dietro una normale famiglia del sud d’estate tra il corredo per le figlie, la conserva di pomodoro, e i lavori da attendere in campagna”?
Praticamente nulla, se non una moglie delusa da una vita familiare tutt’altro che felice, sulla bocca di tutti e rinunciataria di quella incrollabile riservatezza, fiore all’occhiello delle matrone delle famiglie del meridione, genitrice dell’assassina nazionale, una donna sola.
Particolarmente teso il momento seguito a due domande di Giletti, una relativa ai rapporti con la sorella Concetta, la mamma di Sarah, e l’altra strettamente legata alle dinamiche dell’omicidio. La prima sconvolge il pubblico: «Non ho motivo di chiedere scusa a mia sorella, si è fatta plagiare da chi l’ha circonda. Noi volevamo bene a mia nipote, era una di famiglia, ancora non realizzo che sia morta tanto da non riuscire ad andare al cimitero, sapendo che non può essere lì..., mi fa male sapere che sia morta per responsabilità di un componente della mia famiglia, ma Sabrina è innocente, di questa ne sono sicura, e mia sorella non ha motivo di credere che ci sia una premeditazione da parte di qualcuno di noi, finanche, mia».
Sull’altra invece ribadisce la follia del marito, teso da più giorni, che stabilisce un parallelismo tra i contenuti dell’ultima lettera del contadino presunto omicida ed i contenuti del suo flusso di coscienza in diretta tv.
«Stava urlando in garage, Sarah lo ha sentito, è scesa, gli ha chiesto cosa stesse succedendo, le intima di allontanarsi, ma non appena si volta, Michele perde la testa e la finisce con la corda del trattore dopo averle fatto sbattere la testa sul compressore, ora sequestrato dagli inquirenti. Non si conosce il motivo, Michele mi ha detto, che nemmeno lui sa perché l’ha fatto ....».
Giletti poi affronta la questione “ma chi portava i pantaloni in famiglia”, mentre scorrono i trailer dei momenti ormai noti di Mimina and family che respingono l’orco in garage, il 29 di settembre, giorno in cui viene ritrovato il telefonino di Sarah.
Nulla di più ovvio, scontato e banale nelle risposta delle signora Serrano, ben lontana da qualsiasi elucubrazione mentale dei milioni di guardoni catodici di casa Misseri.
«Se uno le responsabilità non se le vuole prendere ci deve essere qualcun altro a farlo, i carabinieri ci avevano detto che non avremmo dovuto parlare con i giornalisti e siccome mio marito stava parlando ormai troppo, forse per farsi prendere o consegnarsi, per proteggerlo, sia io che Valentina, lo obbligammo a stare in garage ...».
Ancora al Giletti pensiero: “Chi ha fatto fuori l’avvocato Galoppa”, Mimina risponde con un disarmante: «Bohhhh , chiedetelo a Michele, lui guarda la tv a poi decide tutto da solo, sicuramente non è stata Valentina, che non vedeva il padre da dicembre, mentre l’avvocato è stato ricusato a febbraio, a noi andava bene, l’ho chiesto a mio marito, ma ormai fa tutto da solo».
Alt !!!! Grida scandalo l’avv. Galoppa, in questo ed altri momenti.
«Mi risulta una normale vita familiare senza colpi di scena, e poi io sono stato ricusato dopo una visita in carcere della signora, incrociata all’uscita del penitenziario, dopo la quale, il mio ex assistito ha messo le sue mani nelle mie, implorandomi di non abbandonarlo....Poi non c’era motivo che gli inquirenti costringessero Michele ed i suoi
familiari al silenzio anzi avevano l’interesse a farlo parlare».
Daniele Galoppa, tra l’altro, continuerà a far parte del collegio difensivo di Michele Misseri se non altro per averlo accompagnato nelle fasi cruciali del suo dramma. Tra le lacrime lungamente soffocate, Giletti raccoglie l’ultimo ed incisivo sfogo di Mimina Serrano, impietoso verso i detrattori della figlia.
«Se ne sono andati via tutti: Sarah, mio marito, mia figlia, mia sorella; della mia famiglia non rimane nulla, sono sola, ma Sabrina è innocente...».
E mentre si consumano gli ennesimi commenti degli astanti cittadini televisivi della
domenica, il mistero sulla morte di Sarah si infittisce ed ancora a lungo. Ma solo ventiquattr’ore di tregua e via si riparte.
All’Italia sul due, è il turno di Cosimo Cosma, nipote di Michele Misseri. Tocca a lui il suo momento di gloria alla corte di Ilenia Petracalvina, che naturalmente lo incalza con la sua richiesta di verità sulla presunta complicità nell’occultamento di cadavere della piccola Sarah.
Dopo il nulla di fatto della Procura di Taranto che non ha confermato l’arresto per lui e per il fratello di Michele, Carmine Misseri, l’armadio umano, ai microfoni sfoga la rabbia per l’accusa che gli è stata rivolta e dà la sua versione dei fatti che ci riporta la pitstop delle ipotesi
Chi ha ucciso Sarah Scazzi? Il Twin Peaks continua, all’indomani del no della Procura che nega per l’ennesima volta il confronto tra Sabrina e suo padre, tanto chiesto dai nuovi avvocati di lei. Non vale il detto chi l’ha dura la vince. Per i magistrati l’incidente probatorio di novembre resta la pietra miliare del processo. Si parte da lì, ma per arrivare dove?
Mimmo Palummieri