Quando i Ris chiamano.......
Scatta l’ora x per i personaggi in cerca d’autore dell’omicidio Sarah Scazzi: o si è dentro o si è fuori ! La Procura di Taranto chiama all’appello presso i Ris quattro nomi d’eccellenza del giallo sotto l’ombrellone dell’estate scorsa. Si tratta di Carmine Misseri, fratello di Michele, Cosima Misseri, resasi disponibile dopo la tournée mediatica della scorsa settimana, Mimino Cosma, nipote di Michele, anch’egli reduce da una qualche tappa televisiva, e lui, il bello di Avetrana, Ivano Russo, causa dei contrasti tra Sarah e Sabrina, entrambe innamorate alla follia del ragazzo.
Tre su quattro hanno detto sì alla convocazione dai Ris per il prelievo del loro DNA, per stabilire ed identificare la “tracciabilità doc” del loro passaggio su alcuni oggetti appartenuti alla ragazza, su cui sono presenti tracce evidenti del promiscuo vai e vieni in multiproprietà di queste comparse o protagonisti tra la prima fila e un qualche cammeo del ruolo nella soap opera all’italiana.
Mentre Ivano, Cosima e Carmine hanno accettato, Mimino Cosma ha rifiutato poiché non assistito dal suo avvocato che non gli avrebbe rilasciato l’o.k. per sottoporsi al prelievo del campione di saliva necessario ai dovuti riscontri necessari ai Ris.
Ma, si addensano i nuvoloni sul capo del bell’Ivano. La Procura, gli inquirenti e gli investigatori sono convinti che ne sappia una più del diavolo, e comunque più di quanto dice.
I magistrati ipotizzano con una certa tenacia, che il giovane Febo fosse a conoscenza dei contrasti tra le due ragazze a causa sua, tanto da rendersi regista di una qualche direzione occulta dei malumori e dissapori tra Sabrina e Sarah, forse alimentandone la competizione in nome e per conto del piacere di sentirsi conteso tra due donne.
Lo chef si dice sereno, accetta di farsi prelevare il DNA, ma deve presentarsi nuovamente davanti agli inquirenti per alcuni chiarimenti all’indomani dell’uscita delle
risultanze sui campioni prelevati.
Insomma panta rei, ma sempre punto ed a capo. Nel frattempo le nuove missive di Michele che confermerebbero la prima confessione di ottobre resa agli inquirenti, rispetto alla quale si autoaccusava dell’omicidio della nipote non fa né caldo e né freddo alla Procura, e non scalfisce le certezze dell’ex pool di suoi difensori, Bruzzone- Galoppa, che in team fanno eco a quel coro unanime che vuole Michele, debole, interprete di una parte mutevole e cangiante, ma sempre innocente resta. No al confronto tra Michele e sua figlia, sì all’orizzonte perciò una pluriannunciata perizia
psichiatrica per stabilire se Michele ci è o ci fa, o subisce una qualche pressione intrafamiliare o mediatica tanto da modellare le sue dichiarazioni in funzione di quanto ascoltato in tv o letto sui giornali.
A nulla sono valse le confessioni in diretta di donna Mimina, vittima di un marito violento ed insensibile nei suoi confronti, almeno quanto sin troppo indulgente con le figlie tanto da essere indulgente sino all’inverosimile.
Che dire? Le strategie difensive niente male, di loro, gli avvocati, stanno dando i frutti e che frutti, poiché è noto che dove tanti galli cantano non fa mai giorno.
Staremo a vedere !!
Mimmo Palummieri