Il sindaco Stefano incontra i commercianti, guidati dal presidente di Confcommercio Leonardo Giangrande
Approderanno ad un tavolo tecnico-politico allargato, che sarà fissato entro la prossima settimana, i 14 punti del breve Documento di ‘Analisi delle problematiche del Terziario’, elaborato da Confcommercio Taranto per l’incontro tra il Sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, ed un’ ampia rappresentanza di dirigenti e soci.
E’ un grido di allarme quello che Leonardo Giangrande, presidente provinciale di Confcommercio Taranto, ha lanciato, l’altro ieri, in una sala gremita di commercianti: «Siamo esausti, siamo allo stremo, non possiamo attendere oltre. Molti fra noi, e mi riferisco ad attività importanti con un trascorso storico alle spalle, non ce l’hanno fatta. Molte altre attività a breve chiuderanno»
L’elenco delle cose non fatte dall’Amministrazione in carica e di quelle da fare è lungo: c’è voglia di dire, di far sapere, di chiedere ‘perché?’. Gli interventi dei commercianti presenti in sala si susseguono a ritmo incalzante. Un vero e proprio cahier de doléances: i parcheggi, l’illuminazione pubblica, l’igiene e il decoro delle strade, la raccolta rifiuti, l’abusivismo, i mercati, i vigili urbani, la sicurezza, le tasse, i regolamenti… Un’ora e mezza di interventi serrati, che il sindaco Stefano, accompagnato dall’assessore all’Urbanistica, Nico D’Ippolito, sommessamente ascolta, prendendo appunti.
Un foglio, poi due, l’elenco delle annotazioni prese dal sindaco Stefano, è lunghissimo: dalla Città Vecchia, ai dehors, dal Suap alla Tarsu, e così via.
I commercianti, gli operatori del turismo, i mitilicoltori, per ogni categoria una problematica diversa, ma per tutti un dato comune: la ‘crisi’. Un problema a fronte del quale i commercianti chiedono di non essere lasciati soli e che, come ha riassunto con appassionata foga Giangrande, dopo l’intervento del sindaco Stefano teso ad illustrare i progressi compiuti nei quattro difficili anni di governo trascorsi all’ombra del dissesto, l’Amministrazione in carica non può ignorare: «Diamo atto a questa Amministrazione – ha ribadito Giangrande- di aver saputo guadagnare la via verso l’uscita dal dissesto in un arco di tempo limitato. Ora però siamo noi commercianti a chiedere aiuto. I commercianti sollecitano un’inversione di rotta e soprattutto chiedono: risposte concrete, procedure più snelle, efficienza. Un esempio: per avviare una nuova attività, occorre un tempo indicibile solo perché il Suap (lo Sportello per le Attività Produttive) è operativo su la carta, ma di fatto non funziona perché la macchina burocratica è obsoleta, perché non c’è coordinamento tra le varie aree e uffici del Comune».
Il Suap è solo una delle tante occasioni sin’ora perse per tentare di dare una spallata alla crisi, una crisi che è dettata dalla scarsità di denaro circolante nelle casse dei commercianti (e non potrebbe essere diversamente in una città che vede crescere di quasi il 63% i beneficiari degli ammortizzatori sociali), ma anche dal mancato sviluppo di un territorio che da anni vive ripiegato su stesso.
Una crisi del capoluogo jonico che tradotta in numeri vuol dire: 1207 attività cessate (a fronte di 795 iscrizioni) in 24 mesi, pari a circa 3 mila posti di lavoro persi nei tre settori del Terziario (commercio, turismo e servizi); il commercio (con 817 attività chiuse) è il settore che nel biennio 2009/10 ha registrato le performance peggiori. <<La crisi finanziaria e produttiva che a partire dal 2007 ha colpito il Paese, a Taranto –ha dichiarato Giangrande- ha trovato un terreno fertile e non solo per il dissesto del Comune, ma anche per i ritardi strutturali sedimentati da tempo. Le strategie necessarie per il contenimento della spesa e il rientro dal debito, messe in atto dalla Pubblica Amministrazione, hanno messo la città in ginocchio, ora i commercianti chiedono una azione di bilanciamento tra le entrate e le uscite che favorisca lo sviluppo>>.
L’azione amministrativa, in certi casi lunga e complessa, già da ora potrebbe trovare nuovi sbocchi e soluzioni che favoriscano il rilancio dell’economia, ancor prima di quel gennaio 2012, data entro la quale –come ha spiegato Stefano- il Comune sarà fuori dal dissesto. In questa fase, ancora caratterizzata da sacrifici, secondo Confcommercio sono quattro le strade da intraprendere:
- una impostazione che favorisca l’avvio di quei processi amministrativi (piano del commercio, piano dei pubblici esercizi, regolamento sanitario, Suap) che metterebbero le imprese nelle condizioni di operare meglio e con una offerta di servizi più qualificata, e con un sicuro vantaggio economico-operativo;
- l’avvio dei progetti già in parte finanziati: parcheggi di interscambio; bando regionale per le reti commerciali urbane (400 mila euro disponibili); fondi per la riqualificazione delle aree a rischio (459 mila euro immobilizzati presso la Regione);
- un confronto pubblico-privato serio che apra la strada alla progettualità (aree demaniali, parcheggi, riordino delle aree mercatali, mitilicoltura nell’ambito del Distretto regionale della Pesca );
- coinvolgimento del Comune in un progetto pubblico/privato di animazione e marketing urbano.
Il sindaco Stefano, condiviso nelle linee teoriche il principio del confronto sui temi che attengono le problematiche del Terziario, ha assunto l’impegno di convocare al più presto un tavolo che, partendo dall’analisi dei bisogni, giunga a migliorare i processi amministrativi e ad incentivare l’avvio di attività progettuali finalizzate allo sviluppo.