domenica 24 novembre 2024


10/05/2011 09:45:00 - Sava - Attualità

Rompere il muro del silenzio e dell’indifferenza per vincere la mafia

 
«Rompere il muro del silenzio, dell’indifferenza e dell’omertà, facendo prevalere la solidarietà, per vincere la mafia».
E’ stato l’invito rivolto dalla dott.ssa Elsa Valeria Mignone, sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, agli studenti dell’Itis “Del Prete” di Sava, nel corso di un incontro promosso dell’ambito del progetto sulla legalità della scuola e al quale hanno partecipato anche gli studenti del laboratorio di giornalismo.
Dopo l’introduzione del dirigente scolastico Alessandro Pagano e della comandante del Corpo della Polizia Municipale di Sava Luigina Soloperto, la dott.ssa Mignone ha iniziato il suo intervento ricordando, ai presenti, la Giornata della Memoria istituita per commemorare tutte le vittime del terrorismo.
«E’ stato scelto il 9 maggio perché in questo giorno, di molti anni fa, fu ammazzato, a Roma, Aldo Moro» è stata la premessa del magistrato salentino. «Ma il 9 maggio del 1978, qualche giorno prima delle elezioni Comunali di Cinisi, un piccolo centro siciliano, e qualche giorno dopo l’esposizione di una documentata mostra fotografica su alcune speculazioni di tipo urbanistico, su ammazzato anche Peppino Impastato. La sua colpa? Parlava liberamente dalla sua radio privata contro la mafia. Lunedì ricorderemo anche un altro giovane giornalista ammazzato dalla criminalità: Giancarlo Siani. A 20 anni era il corrispondente de Il Mattino nella sede staccata di Torre Annunziata e spesso scriveva sui suoi coetanei che venivano arruolati dalla camorra. Poi mi piace citare anche don Pino Puglisi, un educatore che viveva nel quartiere Brancaccio di Palermo. Lui era un sacerdote che insegnava ai ragazzi il rispetto delle regole e, quindi, il rispetto del prossimo. Anche don Puglisi, però, era da intralcio alle logiche mafiose e fu eliminato. Quali aspetti in comune hanno questi tre personaggi che vivevano in contesti territoriali così diversi? Tutti svolgevano un lavoro di informazione e di denuncia. E questa attività è per la criminalità mafiosa più pericolosa di quella dei magistrati. Mentre l’indifferenza e il silenzio diventano il substrato del proliferare della mafia».
La dott.ssa Mignone ha poi ricordato la vicenda del giovane ragazzo di un quartiere difficile di Taranto, Giuseppe, osteggiato dai suoi compagni di scuola e anche vittima di atti di bullismo sol perché non esitava a manifestare il suo sogno: quello di diventare un giudice.
«Anche in questo caso, quegli atti si sono potuti consumare finchè è regnata l’omertà e finchè non è stato direttamente Giuseppe a denunciare la vicenda».
Il sostituto procuratore della DDA di Lecce infine, facendo riferimento anche ad un libro di un economista francese, ha rimarcato l’errore di voler far crescere il Pil a tutti i costi, teorizzando così la “compromissione dei bisogni fittizi”, quei bisogni, ovvero, che vengono indotti artificialmente.
«Sinora il consumismo a tutti i costi ha comportato esclusivamente una violenza continua contro l’ambiente e contro le risorse del nostro pianeta» ha concluso la dott.ssa Mignone.
Hanno poi preso la parola il sindaco di Sava, Aldo Maggi, e il direttore del Museo Missionario Cinese di Sava, padre Rosario










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