venerdì 20 settembre 2024


22/05/2011 22:14:04 - Avetrana - Attualità

Le ultime novità su un caso sempre più complicato

 
Mentre il sex gate della povera Melania Rea ruba la scena al gineceo di omicidi di questo anno solare da quote rosa al cubo, si infiamma il botta e risposta tra la Procura di Taranto e la Iª sezione penale della Suprema Corte di Cassazione, all’indomani dell’ennesimo no alla scarcerazione incassato da Sabrina Misseri.
In realtà la dialettica della lingua italiana tra il gradino più basso e quello più alto della giustizia italiana si impantana sull’aggettivo inattendibile riservato dalla Suprema Corte al comportamento sin troppo ballerino della sette versioni del sempreverde Michele Misseri, peraltro giudicato facilmente influenzabile.
Insomma facciamo ordine: benché venga confermato il forfait della giustizia alla libertà della ragazza, vengono scardinati dalla Cassazione i punti forti dell’accusa verso quella che viene ritenuta l’esecutrice materiale della cugina Sarah. Punti deboli li definisce la Cassazione, corroborati dall’inattendibilità di suo padre prolifico in fatto di interpretazioni e perciò inattendibile quando chiama in correità la figlia, quanto attendibile quando accusa sé stesso.
In aggiunta si ribadisce ai magistrati della provincia ionica di non aver indagato a fondo relativamente all’autoaccusa del movente sessuale al limite della pedofilia dello zio Michele verso la nipote, messo nell’angolo troppo in fretta.
A questi si aggiungono i tanti lati deboli che certificherebbero la necessità di invalidare le precedenti sentenze contro la scarcerazione di Sabrina se non altro sulla base degli indizi forniti dai magistrati coinvolti nell’inchiesta, insufficienti per continuare a sostenere l’assoluta responsabilità dell’estetista avetranese, sicuramente non da sola ad agire e ben protetta da qualcuno all’interno della famiglia.
Torna l’ombra della scena del delitto consumato nel villino e non nel garage. Ergo, in parole povere la Cassazione dice: “Se volete qualcosa in più da noi, dovete darci qualcosa in più voi”.
Basta dunque con la riffa dell’indovina chi? di questi ultimi mesi dice la Corte Suprema, alla vigilia delle conclusioni delle indagini previste per giugno, ed all’indomani delle quali non ci resta che l’annuncio dell’imminente inizio del processo. Ma, se la Cassazione grida vendetta, la Procura di Taranto proprio non ci sta a farsi tirare le orecchie e già è pronta a chiosare le motivazioni addotte dalla Corte Romana con giri di valzer più serrati per stabilire delle certezze inespugnabili su quel maledetto
26 agosto, con tanto di lettera scarlatta appuntata sul petto del, o dei responsabili.
Uno a zero palla al centro per Sabrina al momentoche può cominciare a nutrire qualche speranza se non altro alla luce delle défaillances sollevate dalla Cassazione.
Quale sarà dunque la mossa della Procura di Taranto?
 
Mimmo Palummieri










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