Un colpo di scena dopo l’altro nelle indagini sull’omicidio di Sarah Scazzi
É ufficiale: Mimina Misseri è ufficialmente indagata per concorso in omicidio, soppressione di cadavere e sequestro di persona. A rendere ufficiale l’iscrizione nel registro degli indagati dell’assistita è l’avvocato della moglie di Michele Misseri, Franco de Iaco, che ridimensiona il tutto definendolo “un atto dovuto”.
Ebbene sì!! Dopo le puntualizzazioni giunte dalla Cassazione, che ha messo il becco sulle modalità di indagine della Procura di Taranto, già si vedono i primi colpi sparati dai magistrati di Taranto, che evidentemente non ci stanno a farsi bacchettare. Dunque, basta alle elucubrazioni di Michele, ai tanti vuoti di memoria dell’altra metà della mela e del talamo nuziale di casa Misseri, e soprattutto, occorre sbrigarsi perché giugno è vicino ed in sede di processo preliminare occorre portare non punti garanzia, ma qualità. La posta in gioco è altissima: rendere giustizia alla piccola Sarah...
Pertanto si parte espugnando il fortino Mimina, sino ad oggi sfiorata dall’inchiesta, messa con le spalle al muro, ed in stato di bisogno di una bella cura di fosforo, se vuole rispondere punto su punto alle domande degli inquirenti che hanno bisogno dopo tante versioni ballerine, di maggiori sicurezze in merito all’ora, al luogo ed alle dinamiche del delitto.
Si va sempre più strada l’ipotesi che il delitto sia stata commesso in casa, forse dopo una lite furibonda per motivi di gelosia tra Sarah e Sabrina, e forse, in presenza di Cosima Serrano, testimone suo malgrado dell’imprevisto, con tanto di morto scappato per incidente. Da quel momento in poi, è storia: Michele Misseri si immola sull’altare della giustizia per salvare le donne di casa, stretto tra i rimorsi per la complicità di evitare la gogna alla figlia, e il legittimo bisogno di rendere giustizia alla nipote. il canovaccio mal interpretato dal contadino svela i retroscena di parti imparare e ribadite tra le mura domestica che non sono valse a prevenirgli il massacro mediatico, sintesi delle turpe perversioni della pedofilia e la santificazione per l’estremo tentativo di prima le donne, prime e poi gli uomini in stile Titanic.
Tempo di verità nascoste: tocca a Mimina Misseri, sicuramente attesa anche dalla sorella, che dovrà spiegare momento dopo momento, come le pedina degli scacchi le fotocellule degli spostamenti tra il villino ed il garage. Da quanto si è appreso dall’Ansa, la decisione della Procura di Taranto è sopraggiunta in seguito alle prime indiscrezioni sulle ultime analisi dei Ris sugli oggetti recuperati nel corso di diversi blitz in via Deledda, segno del passaggio della piccola Sarah in quel 26 agosto.
Siamo alle battute finali, o forse finalmente iniziali per giungere ad un identikit uno per dare un nome ed un volto all’assassino o agli assassini di Sarah, benché sia opinione ormai generalizzata che i colpi di scena siano ancora tanti.
Mimmo Palummieri