venerdì 20 settembre 2024


02/06/2011 20:19:12 - Avetrana - Attualità

Cronaca dei primi giorni di liberà di Michele Misseri

 
Quanta fretta, ma dove corri...., dove vai e cosa fai....
Comincia così la prima giornata di libertà di Michele Misseri, tra un bagno di folla, che lo vuole santo subito, la solita ressa dei giornalisti, alcuni dei quali, chiamati in casa da Valentina, in stato d’assedio presso il villino di via Deledda come stipati in un girone dantesco, il via vai delle forze dell’ordine, la rivolta delle donne e nipoti di casa Misseri che non sono state ammesse al breefing intimo di ritorno dello zio con tanto di spettacolarizzazione della lacrima e la solita polemica in versione al cubo.
Dopo oltre 200 giorni di detenzione presso il carcere di Taranto, Michele Misseri chiude il cerchio e torna dove tutto era cominciato, con una camicia a quadri e una busta verde con quel poco che gli era consentito avere, e con quella dose di minacce di suicidio che hanno fatto gridare subito: “non c’è pace per Avetrana”.
La TV ha raccolto i primissimi vagiti di Michele Misseri, che davanti all’obiettivo delle telecamere, ha ribadito sino allo sfinimento la sua colpevolezza, quanto l’innocenza della moglie e della figlia, annunciando in diretta il suicidio sulla tomba di Sarah, se si continuerà a non crederlo.
La registrazione del flusso di coscienza in libertà è stato raccolto dai giornalisti di Canale 5, resisi disponibili ad accompagnare Michele a casa, poiché sprovvisto di mezzo per il viaggio di ritorno, che una volta tra le mura domestiche hanno filmato la versione choc su quel maledetto 26 agosto, mostrando dal vivo la dinamica dell’omicidio nei più macabri particolari, di un Michele evidentemente ansioso di dare le sua versione al primo offerente che passava. Tutto in una manciata di secondi, nel
corso dei quali il fiume di notizie diffuse via etere e via tubo catodico da testate giornalistiche, ore di dirette, copertine della carta stampata e televisive, hanno assunto la voce di Michele, che live, ha mimato, momento dopo momento, i fotogrammi effetto slow movie e le fasi della morte di Sarah, autoaccusandosi unico esecutore, incurante che dall’altra parte ci fosse mamma Concetta.
Polemiche su polemiche tra mezzi di informazione e il paese di Avetrana, accusato dalla
stampa di non avere garantito a Michele Misseri un ingresso diciamo più soft, che lo ha gettato nella ressa mediatica, senza quel tanto di rispetto verso la famiglia della cognata. servito niente meno che a domicilio; le autorità inquirenti hanno, infatti, disposto che gli arresti domiciliari tali fossero, con un restringimento da clausura, fissando che il registro delle firme per chi è ai domiciliari, fosse portato a casa di Misseri, impedendogli di recarsi in caserma. Isolamento da quarantena imposto al contadino prossimo alla denuncia da parte dei legali dei genitori di Sarah Scazzi, che hanno annunciato una denuncia per autoaccusa a mezzo di informazione, per rendere credibili le sette versioni al solo scopo di salvare la testa a Mimina e a Sabrina, restate in carcere dopo avere scelto la strada del silenzio perenne, durante l’interrogatorio di garanzia dello scorso 30 maggio.
«Io sono colpevole, Mimina e Sabrina non honnu fatti niente, giù ntisu nu cautu an capu, e mi l’hà già pijaiata cu Sara», un po’ in dialetto con qualche incursione di italiano, questo lo slang scelto da Michele per ribadire quella colpevolezza a cui non
credono i magistrati e gli inquirenti. Salva dal gioco della torre anche il parentado, fratello e nipote, dichiarandosi, unico assassino, mandante, e occultatore di cadavere, filmando la scena criminis a mezzo corda, dando visibilità alla parole, alle congetture, alle ricostruzioni pseudo fasulle, che si sono passate la staffetta in questi dieci mesi di indagini.
Poi, dopo il bagno di folla, si concede al suo grande amore e passione: la campagna e le
piante, tornando a dialogare con loro, che forse lo conoscono meglio e le sole a capirlo e a conoscerlo, nel mentre ha smantellato in stile Misseri clamorosamente in diretta, il copione diffuso nei minimi dettagli delle abitudini familiari, quattro sotto un tetto, nonché dei rapporti tesi con la moglie che gli negava, bacco, tabacco e Venere, per un “non è vero nenzi su tutti i fronti”.
Insomma, non possiamo certo dirci soli, perchè la vita senza un Misseri che viene e due che vanno non è più la stessa. Alla prossima.
 
Mimmo Palummieri










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