Michele Misseri torna ad auto-accusarsi dell’omicidio
Come prima più di prima, è Avetrana ad occupare le copertine della stampa nazionale. All’indomani della scarcerazione di Michele Misseri, lo scorso 30 maggio, e dopo l’arresto di sua moglie avvenuta il 26 maggio, è adesso il contadino in processo di santità a fare da PR alle vicende di casa sua.
Non sono mancate altre versioni su quel maledetto 26 agosto, mandate in onda non appena sul suolo del villino di via Deledda su Canale 5, sottotitolate per i “non capenti” lo slang di Michele, già denunciato per autocalunnia dagli avvocati della famiglia di Sarah Scazzi, e prossimo ad essere sottoposto ad un nuovo incidente probatorio con la chiamata in correità di tal Sabrina, in Misseri non certo per caso, come da istanza presentata dagli avvocati della ragazza Coppi, Marseglia, che hanno depositato nell’ufficio del GIP Rosati richiesta di nuovo confronto padre-figlia, ormai considerata dai magistrati esecutrice esclusiva dell’omicidio volontario della cugina, con tanto di benestare morale della madre.
Carico il fardello di accuse sulla due donne, indicate come “depistatrici” di professione, incastrate dalle celle telefoniche che le vogliono entrambe nello stesso luogo e momento, compatibili, a prova di bomba, con i momenti precedenti e successivi alla dinamica assassina.
Hanno scelto però la strada del silenzio, forse perpetuo, le due donne, mamma e figlia davanti al GIP in fase di convalida del fermo per Mimina Misseri, accusata di concorso morale in omicidio, occultamento di cadavere, depistaggio and so on.
Michele, intanto dal giardino di casa sua, mentre si dedica al full immersione nell’overdose del giardinaggio da pollice verde, rincara la dose con nuove copiose versioni tra il serio ed il faceto, incomprensibili ai più, tra le minacce di Valentina, annunci di suicidio, miste a promesse di verità dopo che sarà uscito il responsabile dell’omicidio, autoaccuse, e difese a spada tratta per le quote rosa di casa.
Insomma lo stile Misseri colpisce ancora, mentre si avvicina la data per la conclusione delle indagine fissata per il 9 giugno, giù di lì.
Dopo, tutte sorprese dell’uovo di Pasqua, sempre che gli inquirenti non gettino la chiave della cella a tre piazze, aspettando che la memoria ritorni e la lingua riacquisti la mobilità muscolare.
Mimmo Palummieri