E’ in programma sabato prossimo
Dopo aver offerto un primo assaggio del suo nuovo live sul palco del concertone del Primo maggio a Roma, Daniele Silvestri sarà impegnato per tutta l'estate con il nuovo tour, che prende il nome dal nuovo album “S.C.O.T.C.H.”.Daniele Silvestri torna ad esibirsi sui palchi italiani fresco del successo di critiche e di vendite del suo nuovo album “S.c.o.t.c.h.”, uscito nelle scorse settimane e attualmente ai primi posti delle classifiche: un disco, registrato in presa diretta con la band che da sempre lo accompagna in tutti i suoi live, la cui continuazione naturale non può che essere la dimensione “dal vivo”. Prodotto da Cose di musica e realizzato in Puglia, lo spettacolo si dividerà in tre momenti: il primo, costruito sui brani di “S.C.O.T.C.H.”, avrà un andamento narrativo, simile a quello di un racconto. Il secondo andrà ad attingere i brani dal repertorio di successi del cantautore. A metà tra le due parti dello spettacolo, si aprirà invece un vero e proprio set dance in cui il palco e i musicisti si adatteranno ad una atmosfera tipicamente da discoteca.
C’è l’attualità e ci sono i sentimenti, c’è il momento dell’ironia e quello dell’invettiva, c’è il coraggio e c’è la resa. Ma soprattutto c’è tutta la passione di Daniele Silvestri per la musica in S.C.O.T.C.H, il nuovo album in uscita il 29 marzo su etichetta Sony Music.
Quindici brani prodotti e arrangiati dallo stesso Silvestri e registrati, in presa diretta, con la band con cui ha costruito tutta la sua storia musicale live e numerosissime e sorprendenti incursioni amichevoli di colleghi musicisti e non. Insieme a Daniele, alla chitarra e al pianoforte, Piero Monterisi alla batteria, Maurizio Filardo alle chitarre, Gianluca Misiti alle tastiere, Gabriele Lazzarotti al basso e Ramon Josè Caraballo alla tromba e alle percussioni, hanno preso parte a questo viaggio lungo un disco anche: Niccolò Fabi che, insieme a Daniele, scrive e canta Sornione; Raiz che irrompe in un rap irriverente al termine di Precario è il mondo; Gino Paoli che presta la sua voce ne La Chatta, una libera e divertente trasposizione dell’originale La Gatta; Diego Marcino che divide la stesura del testo e del cantato con Daniele in Acqua che scorre e partecipa insieme a Pino Marino ai cori di Cos’è sta storia qua e de L’appello; Bunna,voce di Africa Unite,che canta “in lontananza” e le voci recitanti di Peppe Servillo e Andrea Camilleri in Lo Scotch; i Solis String Quartet che aggiungono i loro archi in Ma che discorsi e In un’ora soltanto; Stefano Bollani che accompagna al pianoforte l’ultimo brano Questo paese. Al centro dell’album, in ogni sua accezione e interpretazione, c’è lo “scotch”. Scotch prima di tutto è un brano, una sorta manifesto del disco di cui rappresenta una perfetta sintesi: attraverso uno stile più cinematografico che di forma-canzone, Lo scotch riproduce appieno la totale libertà che si respira nell’intero album che accoglie e raccoglie sperimentazioni, riflessioni, giochi e “divertissement” di ogni genere con la collaborazione attiva di amici artisti che sono passati in questo disco, lasciando qualcosa di sé, un saluto, un omaggio. Scotch è anche il termine scelto per il titolo dell’album: una parola che rappresenta un oggetto di uso comune, quindi spesso pronunciata, ma con un nome molto insolito; così come il disco, che si mostra anomalo e particolare in ogni suo aspetto, ma solo ad un ascolto fatto con attenzione. Infine, c’è lo scotch usato nella foto di copertina: qualcosa che trattiene e che impedisce di andar via, al contrario di ciò a cui Daniele sembra aspirare in alcuni dei brani dell’album.
A cominciare da Le navi, un semplice piano e voce, che dà subito un’impronta molto forte degli umori legati all’attualità che animano l’album: “che salpino le navi/si levino le ancore/ si gonfino le vele/ verranno giorni limpidi e dobbiamo approfittare/ di questi venti gelidi del greco e del maestrale”. Gli stessi umori che ritroviamo in Precario è il mondo, brano presentato durante l’ultima puntata della trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano “Vieni via con me”: “ il mio lavoro è roba piccola, fatta di plastica/ che piano piano mi modifica, mi ruba l'anima/ dice "il lavoro rende nobili" - non so può darsi/ sicuramente rende liberi di suicidarsi”; nel rifacimento di Io non mi sento italiano, uno degli ultimi brani scritto da Giorgio Gaber; in Monito(r) in cui, servendosi di un improvvisa virata rock, avvia una riflessione sul ruolo dell’attuale Presidente della Repubblica “chiuso nel suo studio/ chissà che cosa fa/ il Presidente medita sul ruolo che oggi ha/ in mano un’arma scarica la penna che ratifica/ la mano trema il cuore frena/ però alla fine firmerà/ il Presidente firmerà”; e ne L’appello in cui Daniele trova l’equilibrio nell’unire uno scanzonato stornello ad un testo di cui il protagonista è Salvatore, fratello del giudice Borsellino “questo è un appello/ io sto cercando in giro mio fratello/ scomparso all'improvviso a fine luglio/ ' mezzo a un bordello/ e con addosso sembrerebbe solo un piccolo borsello”; a chiudere l’album, ricongiungendosi concettualmente con l’inizio, è Questo paese “la grandezza di questo paese/ non è più nelle piazze, non è nelle chiese/ non è Roma di marmi fontane e potere/ né Milano tradita da chi se la beve/ non è Genova o Taranto signore del mare/ non è Napoli e questo è perfino più grave”. Ma sono anche le dinamiche di coppia a fare da perno al disco di Daniele che al tema dedica Fifty-Fifty, Acqua stagnante, Ma che discorsi e In un’ora soltanto.