venerdì 20 settembre 2024


21/08/2011 08:45:15 - Avetrana - Attualità

Il raduno alle 10,30 in località Specchiarica

 
Nuova manifestazione di protesta contro l’ipotesi progettuale di scaricare a mare le acque del depuratore consortile di Manduria e Sava. Dopo la “catena umana” di giovedì, un vero e proprio scudo per preservare uno dei tratti di costa meno contaminati dall’uomo della zona voluto dal Comitato spontaneo di Manduria, questa mattina sarà la volta del comitato “Mare Nostro” di Avetrana.
L’appuntamento è per le ore 10,30 odierne, in località Specchiarica, nei pressi del bar Dalì, la zona in cui, ovvero, allo scarico a mare del depuratore, oltre che alla realizzazione dell’impianto. E’ prevista la partecipazione dei sindaci dei Comuni di Manduria, Avetrana, Maruggio, Erchie e Torre Santa Susanna.
La novità di questa manifestazione di protesta, la seconda dell’estate 2011, è la presenza anche di cittadini di Sava, che sono contrari allo scarico a mare, ma che, più di tutti gli altri, premono per la realizzazione del depuratore: questo paese, infatti, pur disponendo della rete fognaria interna ma essendo privo di allaccio ad un depuratore, non ha mai avuto il servizio della fogna e tutte le abitazioni sono dotate (o dovrebbero esserlo) di fossa asettica.
«Tale manifestazione è organizzata da un Comitato spontaneo di cittadini, dei Comuni interessati, di ogni orientamento politico e, cosa importante e che accade per la prima volta, ci saranno presenti anche cittadini del Comune di Sava, che sono contrari allo scarico a mare» annunciano gli organizzatori. «Tutti i Comuni, partiti politici e associazioni sono contrari alla realizzazione dell’ecomostro in questione, ma la Regione Puglia vuole andare avanti con il progetto assunto. Tra le altre cose, secondo il piano della Regione Puglia e dell’Acquedotto pugliese, sarà vietata la balneazione, nel tratto interessato, proprio a causa della presenza del futuro impianto di depurazione con scarico a mare. Non si capisce, a questo punto, se tale depuratore dovrà essere realizzato per gli interessi pubblici o solo per l’interesse dei soliti pochi noti…».
Il riferimento è probabilmente al business che la costruzione del depuratore produrrà.
«I promotori chiedono che il recapito finale delle acque, una volta depurate al massimo grado previsto dalla legge, non debba essere il mare, ma vasche di raccolta per il  riutilizzo a fini irrigui» è la richiesta che anche il Comitato Mare Nostro ribadisce. «Gli stessi ritengono che il progetto, così com’è, sia obsoleto e non risponda alle norme attualmente in vigore, tanto che, se fosse presentato oggi, non verrebbe approvato».
Al termine degli interventi istituzionali, il Comitato organizzatore provvederà all’istituzione di un presidio fisso nel punto in cui è previsto lo scarico a mare dello stesso depuratore. Nella speranza che il governatore Vendola decida di ascoltare le legittime istanze di migliaia di cittadini, rispettando le volontà indicate di sviluppo di questo territorio.










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