… almeno a Taranto
Richiesta di remissione per incompatibilità ambientale presso altro tribunale: questo il vero e grande colpo di scena della prima udienza dinnanzi al GUP della Procura di Taranto per il delitto Sarah Scazzi. Gli avvocati della Sabrinona nazionale, Coppi e Marseglia, nel corso della rapida udienza di ieri 29 agosto, ad un anno dalla morte della ragazzina di Avetrana, si giocano il loro asso nella manica.
“La Procura di Taranto esprime un giudizio viziato dalla pressione mediatica dell’ultimo anno e perciò mancherebbe di obiettività di vedute. Meglio trasferire il processo presso altra corte”, direbbero tra le righe i legali della figlia di Misseri accusata del delitto della cugina, “e si comporterebbero come Misseri a cui l’opinione pubblica chiede di confermare quanto detto in sede di incidente probatorio, quanto dopo undici ore di interrogatorio, accusò la figlia Sabrina di aver ucciso la povera Sarah per mera gelosia per Ivano”, aggiungono.
Detto Fatto, il GUP rinvia l’udienza al 10 ottobre, per stabilire le eventuali competenze alla luce della richiesta formale avanzata dagli avvocati della secondogenita di casa Misseri.
Intanto si sono profilate le posizioni, al netto delle supposizioni di un anno di parole, e i numeri da capogiro per il risarcimento dei danni. Ben 33 milioni di euro chiesti dalla famiglia Scazzi, parte lesa, a titolo di risarcimento a Michele, Sabrina e Mimina, a Carmine Misseri e a Cosimo Cosma per l’occultamento di cadavere.
Giornata hot e non per le temperature proibitive, inoltre, perché oltre alle cifre a zeri periodici, si sono rivisti i protagonisti dell’intera vicenda. Separate da un vetro Sabrina e sua madre, dall’altra parte, sua sorella Concetta, madre di Sarah, che rincontra gli occhi della sorella Mimina, quelli della nipote e quelli del cognato, che a giornalisti e fotografi non ha lesinato le sue copiose dichiarazioni sull’assoluta estraneità della moglie e della figlia, autoaccusandosi del delitto.
Insomma bagarre di avvocati che devono far tornare i conti a tutti i costi e in tutti i sensi, convincendo i giudici della Cassazione che deve esprimersi su questo nuovo colpo di scena gestito dalla difesa, e che resta momentaneamente accolto dalla Procura di Taranto che prende tempo, e rinvia il tutto in autunno, quando anche se le temperature saranno più fresche.
Mimmo Palummieri