mercoledì 25 settembre 2024


04/09/2011 08:28:36 - Provincia di Taranto - Attualità

Siamo di fronte allora ad un ennesimo tentativo per fermare le velleità di sviluppo di Taranto e provincia?

 
La cronaca locale da un po’ di tempo a questa parte sta intensificando gli interventi sul futuro dell’aeroporto Arlotta di Grottaglie in provincia di Taranto. Cerchiamo di fare il punto in merito alle recenti osservazioni contrastanti rilasciate dalla stampa e da personaggi pubblici di prestigio, in attesa che il quadro si faccia più chiaro.
Pertanto riteniamo siano centrali alcune riflessioni svolte qualche giorno fa dal direttore di TarantoOggi. Marcello Di Noi si è chiesto se a Bari pensano di declassare definitivamente l’aeroporto di Grottaglie. All’interno di “Puglia Corsara” , il programma per lo sviluppo delle infrastrutture strategiche varato all’inizio del 2011 dalla Regione Puglia, nel quadro del sistema portuale e retro portuale ionico, si parla specificatamente dell’Arlotta quale scalo cargo.
A tal proposito Marcello Di Noi, lasciando perdere questa idea secondo lui e secondo molti, riduttiva, in quanto l’aeroporto può benissimo essere per uso “passeggeri”, avanza un dubbio anche sull’uso “cargo” per le merci.
Rileva infatti che sul Sole 24 Ore sud di mercoledì 31 agosto si leggono delle dichiarazioni dell’assessore regionale ai Trasporti, Guglielmo Minervini, che torna sui progetti individuati nell’intesa generale quadro con il Governo e finanziate dal Cipe con 1,042 miliardi di euro. Minervini riferisce che sarà prolungata la pista dell’areoporto di Foggia e riconvertito lo scalo militare di Bari Palese, per le merci.
Allora se così stanno le cose, cosa bolle in realtà in pentola e che piatto sarà servito a Taranto e provincia, dalla strategia studiata a Bari? Aggiungiamo altri ingredienti preoccupanti rilevati da Di Noi. E cioè pare che la società oggi pubblica Aeroporti di Puglia passerà ai privati, per cui come farà ad interessare ai privati per eventuali investimenti l’aeroporto di Grottaglie se il traffico merci fosse dirottato allo scalo militare di Bari Palese “Jacopo Calò Carducci”? Cosa ne verrà se così fosse per il sistema portuale e retroportuale ionico se proprio il porto di Taranto e il Distripark non potranno contare sullo scalo merci di Grottaglie? E il programma “Puglia Corsara” che prevedeva anche interventi per Taranto, proprio per il porto hub, la piattaforma logistica e il Distripark , in parte finirà nel cestino?
Siamo di fronte allora ad un ennesimo tentativo per fermare le velleità di sviluppo di Taranto e provincia non solo, ma di tutta la terra jonica, di cui fa parte anche la Basilicata come ha sottolineato Emanuele Papalia e lo stesso quotidiano TarantoOggi in più occasioni? Emanuele Papalia, presidente per tanti anni della Confcommercio,  ha lanciato più che una provocazione, quella di fare di Taranto la terza provincia della Basilicata. “In tal modo anche il settore manifatturiero e la presenza di piccole e medie imprese del territorio nella nuova area geografica localizzata avrebbero nuovi e diversi input per la crescita senza squilibrare gli interessi precostituiti ed inamovibili dei territori di Lecce, Brindisi e della stessa Bari che non consentono ormai alcuno spazio di espansione e sviluppo”, ha riferito. Questa idea andrebbe presa molto sul serio, ricordando che la terra lucana ha legami molto forti con Taranto, sin dalla Magna Grecia, risultando alleata a realtà fiorenti come Pisticci, Ferrandina, Nova Siri e Metaponto. Ancora oggi a Taranto arriva il metano ed il petrolio lucano, ma anche l’acqua che giunge dai fiumi lucani e Taranto potrebbe ricambiare questa generosità a cui non può rinunciare potendo risultare in futuro, per la sua posizione geografica di affaccio al mare e per la disponibilità dell’areroporto di Grottaglie, un sicuro sviluppo per tutta la nuova area ionica. Mentre ora questo aeroporto resta imbrigliato alle corde degli interessi baresi e brindisini. Per completare il quadro di questa a dir poco sfortunata area aerea, anche per sperare sempre al meglio, ricordiamo la conferenza stampa tenuta all’Histò San Pietro sul mar Piccolo, lunedì 29 agosto dall’associazione Tarantovola di promozione trasporti e turismo, che tanto si sta dando da fare concretamente per l’utilizzo dell’aeroporto grottagliese almeno con voli charter.
Questi voli si faranno hanno assicurato i promotori dell’iniziativa, con la collaborazione tecnica del tour operator Libra di Rimini, prevedendo le “naturali” partenze ed arrivi da Grottaglie. Prime partenze per il santuario di Medjugorje ad ottobre. “Si può volare -  ha riferito Francesco Gravina il presidente dell’associazione - si possono fare questi pellegrinaggi anche a Lourdes e sono in programma voli charter per Eurodisney, un bel segnale!”.
Pare che per effettuare i voli non bisogna chiedere il permesso, tutti voli possono partire e atterrare, basta solo organizzarli e comunicarlo ad Aeroporti di Puglia, come pare abbia chiarito il responsabile dell’Enac, Antonio Lattarulo. Beatrice Lucarella, vicepresidente Giovani Imprenditori di Taranto, presente all’Histò ed invitata ad intervenire e a sedersi tra i relatori, ha dichiarato che si tratta di un aeroporto che non limita la propria influenza alla zona di Taranto, ma all’intera area dell’arco jonico e lucano-calabrese. “È impensabile dunque, non sfruttare tale struttura per il servizio di trasporto passeggeri. Considero il funzionamento dell’aeroporto di Grottaglie ai voli civili come uno degli elementi idonei allo sviluppo economico del territorio e dell’occupazione. Posso anche comprendere la non volontà di attivare voli di linea da parte di Aeroporti di Puglia ma ciò che mi risulta difficile comprendere è perché vi è anche l’assoluto divieto ai voli charter” ha concluso.
Evidentemente anche per i voli charter non è stato o non è tutto scontato e “naturale” come sembra.
 
Vito Piepoli     










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