C’è il rischio che non si possano più garantire i livelli minimi di assistenza ai cittadini
«Se noi lasciamo la situazione di rete così come è oggi» il sistema sanitario reggerà ancora «molto poco», con il rischio che non si possano più garantire i livelli minimi di assistenza ai cittadini.
Un problema, questo, «veramente politico» e che riguarda «la contraddizione fra una cosa costituzionalmente garantita (i livelli minimi di assistenza, ndr) per la quale però c'è una complessiva riduzione della disponibilità economica». Lo ha spiegato l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Puglia, Tommaso Fiore, a margine della conferenza di organizzazione dell’Ares Puglia, «Dieci anni a curare...la salute». Per Fiore «è evidente che dobbiamo rimettere mano pesantemente alla riorganizzazione della rete, rendendola compatibile con gli operatori che noi abbiamo». Questa operazione, ha precisato Fiore «è possibile, ma comporta ulteriori sacrifici per i cittadini». Il problema - ha ribadito - è veramente politico, politico a livello alto. Questo è un Paese che deve decidere cosa fare: se mettere fondi sufficienti per l’erogazione di questi livelli, oppure dichiarare ai propri cittadini che è arrivato il momento che non si può dare tutto a tutti».
Sulla richiesta fatta al governo dalla Regione, in cui si chiede in particolare lo sblocco del turn over per il personale sanitario, Fiore ha detto che «non abbiamo ancora avuto una risposta ma non mi aspettavo una risposta immediata. Era semplicemente l’apertura di un tavolo». «Noi - ha ricordato - dobbiamo deliberare questa cosa la settimana prossima e, dopodichè, spero che in tempi relativamente rapidi si trovi il punto di equilibrio fra le compatibilità del Piano di rientro e alcune necessità che sono veramente urgenti». Per quanto riguarda la libertà d’azione rimasta alla Regione per tamponare questa emergenza, Fiore ha spiegato che «noi abbiamo la piena competenza per quanto riguarda le operazioni di riordino. Sta nelle nostre mani la possibilità di chiudere, per esempio, un ospedale o di tenerlo aperto». «Ci sono ovviamente - ha concluso - dei vincoli che sono in parte economici in parte vincoli legati agli accordi Stato-Regione previsti dalla legge».
«I disagi dei cittadini e la necessità di una redistribuzione dei servizi sanitari, aggravati anche dal Piano di rientro a cui è sottoposta la Regione Puglia, sono giunti ad un punto di non ritorno. Il rischio concreto che un mancato intervento, che sblocchi il blocco del turnover, possa mettere in discussione i livelli essenziali di assistenza è drammaticamente concreto». È l’allarme lanciato dal segretario generale della UIL di Puglia e di Bari, Aldo Pugliese dal segretario responsabile della UIL Fpl Puglia, Giuseppe Vatinno che chiedono un incontro col ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto ed il governatore Nichi Vendola.