Altro colpo di scena: «Contraddizioni nell’accusa»
I gravi indizi di colpevolezza nei confronti Sabrina Misseri e Cosima Serrano per il sequestro e l’omicidio di Sarah Scazzi vanno meglio motivati rispetto a quanto fatto dal tribunale di Taranto. A scriverlo è il consigliere della Corte di Cassazione Margherita Cassano nelle 44 pagine di motivazione della decisione con la quale la prima sezione, lo scorso 26 settembre, ha annullato con rinvio due ordinanze dei giudici jonici: la prima è del 20 giugno, quando il tribunale del riesame confermò l’ordinanza di di custodia cautelare firmata il 26 maggio dal gip Martino Rosati nei confronti delle due donne; la seconda è del 12 luglio, quando il tribunale dell’appello, accogliendo il ricorso del procuratore aggiunto Pietro Argentino e del sostituto Mariano Buccoliero ,contestò a Sabrina e alla madre Cosima anche l’accusa di sequestro di persona, che il gip aveva invece ritenuto non sussistere.
Nella sentenza depositata ieri mattina c’è una ampia ricostruzione della vicenda. Viene ricostruita l’inchiesta passo passo, dal giorno della scomparsa di Sarah (26 agosto) fino alla chiusura delle indagini preliminari. Nell’elencare i vari passaggi dell’inchiesta, in verità, il consigliere Cassano incappa anche in due errori alquanto macroscopici.
Il primo proprio in apertura di dispositivo, quando si sostiene che è stato il tribunale del riesame il 20 giugno scorso a rigettare, per insussistenza di gravità indiziaria, la richiesta di custodia in carcere per l’accusa di sequestro di persona (invece fu il gip, un mese prima, a negare l’arresto, poi ordinato, al contrario, dal tribunale a cui fecero ricorso i pubblici ministeri). Il secondo quando si sostiene che le dichiarazioni del fioraio Giovanni Buccolieri sul sequestro di Sarah, furono addirittura confermate in un incidente probatorio, mai celebratosi, nè tantomeno mai chiesto da nessuna delle parti processuali sul punto. Dopo aver elencato le argomentazioni degli avvocati Franco Coppi e Nicola Marseglia per Sabrina Misseri e Luigi Rella e Franco De Jaco per Cosima Serrano, la Cassazione rileva che la 23enne di Avetrana si trova in carcere in virtù di due ordinanze di custodia cautelare di segno quasi diametralmente opposto, in quanto la prima la vede accusata di concorso in omicidio con il padre, la seconda invece con la madre.
Per la Cassazione in sede di rinvio, il tribunale di Taranto dovrà valutare tali aspetti così come applicare esattamente la nozione dei gravi indizi di colpevolezza nei confronti delle due donne riguardo all’omicidio, reato per il quale manca una ricostruzione riguardo a quello che Sabrina e Cosima hanno fatto il 26 agosto dalle 14 - ora presunta di arrivo di Sarah nella loro abitazione - e le 14.42, ora invece di arrivo di Mariangela Spagnoletti, l’amica con la quale Sabrina e Sarah dovevano andare al mare e che da questo punto di vista andava meglio valutata la memoria presentata dai difensori riguardo al rapporto del Ros sulle celle dei telefoni delle imputate. Andrà anche qualificato giuridicamente - sequestro o violenza privata - l’episodio di cui il fioraio Giovanni Buccolieri dice di essere stato spettatore, ovvero Sarah costretta a salire sull’auto da Cosima.
La Cassazione dice però anche altro di importante e cioé che è corretta la ricostruzione fatta dagli inquirenti, e avvallata dai tribunali, riguardo agli spostamenti di Sarah nella mattinata del 26 agosto, alla causale sua uscita di casa dopo il frugale pranzo, all’ora del suo avvistamento prima del delitto, all’ora di consumazione del delitto, alla esaustività degli accertamenti medico legali, al complesso dei rapporti tra Sabrina e Ivano. Aggiungendo che che sussistono gravi indizi riguardo al concorso di Sabrina e Cosima nella soppressione del cadavere di Sarah. Insomma, non si sa ancora bene chi ha ucciso Sarah - le accuse contro Cosima e Sabrina vanno meglio motivate perché così non reggono - ma si cominciano a conoscere i nomi di chi ha concorso nel gettare il suo corpo in una cisterna e cosa, e a che ora, la 15enne ha fatto quel maledetto 26 agosto dell’anno scorso. Forse è già qualcosa.