Domani verdetto «trasloco»
Dalla Procura della Cassazione, contro ogni previsione, è arrivato il 'via liberà alla richiesta della difesa di Sabrina Misseri di trasferire, da Taranto a Potenza, a causa della troppa "emotività ambientale", il processo per l’omicidio della quindicenne Sarah Scazzi, avvenuto ad Avetrana il 26 agosto 2010. Ma solo domani si conoscerà la decisione dei supremi giudici della Prima sezione penale. Il Presidente del collegio, Severo Chieffi, ha infatti disposto oggi la secretazione del verdetto al termine dell’udienza svoltasi a porte chiuse e durata circa un’ora.
Comunque andrà, è un grosso successo, per i legali di Sabrina, aver ottenuto questo parere dalla Procura della Suprema Corte che "dal 1989, ossia da quando è entrato in vigore il nuovo codice di procedura penale, non ha mai chiesto di spostare una sede processuale", hanno rilevato gli avvocati Franco Coppi e Nicola Marseglia. "L'articolo 45 del codice di procedura penale, che regolamenta la rimessione – ha detto nella sua requisitoria il Sostituto procuratore generale Gabriele Mazzotta, in base a quanto riportato da fonti della difesa - deve avere un’interpretazione restrittiva, però, nel caso di specie, una serie di indicatori consentono di individuare una emotività ambientale tale da contribuire alla alterazione della attività di acquisizione della prova". Mazzotta ha fatto riferimento alla partecipazione di testimoni dell’inchiesta a manifestazioni di piazza contro le persone arrestate o indiziate, ad episodi di intimidazione nei confronti di Michele Misseri, e anche di Cosima Serrano al momento dell’arresto.
"Si è creato un clima ambientale che si riverbera sulla serenità del procedimento – ha detto Coppi nella sua arringa – e il codice tutela questa preoccupazione. In questo procedimento sono avvenuti dei fatti di obiettiva gravità, come il lancio di pietre contro Michele Misseri e il tentativo di linciaggio, da parte della folla, nei confronti di Cosima Serrano". Invece, ad avviso del difensore dei familiari di Sarah Scazzi, l’avvocato Valter Biscotti, "a Taranto non c'‚ nessun 'climà, e spero che la Cassazione sappia ben valutare le reali esigenze di questo processo".