venerdì 20 settembre 2024


13/10/2011 21:30:40 - Avetrana - Attualità

La prima sezione penale non accoglie l’istanza della difesa. Termini di custodia, Sabrina libera a fine novembre

 
Il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi si terrà a Taranto, sua sede naturale. La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta di rimessione del processo per incompatibilità ambientale avanzata dagli avvocati Franco Coppi e Nicola Marseglia, difensori di Sabrina Misseri.
La decisione era stata presa ieri sera ma era stata secretata dal presidente del collegio della Prima sezione penale, Severo Chieffi.
I difensori di Sabrina Misseri avevano motivato la richiesta di spostare la sede del processo con l’eccessiva pressione dei media che avrebbe influenzato le decisioni dei giudici. Ieri, nell’udienza in camera di consiglio, a Roma, anche la procura della Suprema Corte, rappresentata dal sostituto procuratore Gabriele Mazzotta, aveva appoggiato la richiesta di rimessione del processo, con spostamento della sede a Potenza, per l'eccessiva «emotività ambientale» in grado di alterare l'acquisizione delle prove. Il Pg aveva chiesto di trasferire l'inchiesta a Potenza prendendo atto delle intimidazioni che ci sarebbero state nei confronti di persone coinvolte nel procedimento, del lancio di pietre durante l'arresto di Cosima Serrano e di intimidazioni nei confronti di Michele Misseri che si è dovuto anche chiudere in casa.
 
Il procuratore: «Il trasferimento? Un’offesa. Alla base della richiesta di rimessione del processo c’ra una sorta di offesa alla popolazione locale che, si diceva, avrebbe potuto influire o interferire sulle decisioni, anche se con questo non voglio muovere critiche a nessuno».
Lo dice il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, sull’ultima decisione della Cassazione.
«Non entro nel merito della questione. Dico solo - aggiunge il procuratore di Taranto - che noi, come magistrati, siamo abituati a sentirci dire di tutto e il contrario di tutto, come gli arbitri di calcio. Aspettiamo il provvedimento per valutarlo - continua Sebastio - ma cerchiamo anche di evitare di scadere in un racconto che sembri un incontro di calcio o di pugilato. Qui nessuno ha fatto un gol o lo ha subito, è il processo che segue il suo iter. Ricordiamoci che c'è sempre la presunzione di innocenza, e che quelli adottati sono provvedimenti interlocutori e non sentenze».










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