domenica 24 novembre 2024


18/10/2011 06:53:04 - Avetrana - Attualità

Michele: «E’ vero, ha ragione lei»

 
Sabrina Misseri si difende e si dichiara innocente. Il padre, il «vigliacco» si autoaccusa di essere l’unico colpevole dell’omicidio di Avetrana. Ieri, davanti al gup di Taranto Pompeo Carriere, è proseguita l’udienza preliminare per l’uccisione di Sarah Scazzi: una giornata segnata dalle parole del contadino, scritte, in un memoriale di 18 pagine annunciato in una delle sue ormai consuete interviste televisive e consegnato al giudice, e pronunciate «a braccio», nella forma delle dichiarazioni spontanee.
Nell’aula Alessandrini, a porte chiuse, come di norma per un’udienza preliminare - prima di Michele Misseri, ha preso la parola il fratello, Carmine, che ha ribadito la sua estraneità alla soppressione del cadavere della quindicenne.
Poi è toccato a Sabrina proclamare la sua innocenza per un omicidio che lei non avrebbe mai potuto commettere perchè con Sarah, la cugina, «era cresciuta», e a lei voleva «tanto bene». La giovane si è poi rivolta al padre «vigliacco»che l’ha tirata in ballo, non si sa per quali motivi, e non ha detto la verità ai giudici, A Michele, queste frasi, hanno fatto «malissimo» e così ha chiesto di essere interrogato, ma non dagli inquirenti della Procura di Taranto che hanno già chiesto e ottenuto l’archiviazione per l’omicidio, bensì solo dal gup Carriere.
La richiesta, però, non è stata accolta e quindi Michele si è dovuto «accontentare» di rilasciare dichiarazioni spontanee. Ha parlato per circa un’ora, il contadino, interrotto solo dal gup per alcune specificazioni. Ha anche pianto, in alcuni tratti, mentre - come ha raccontato ai giornalisti l’avvocato Armando Amendolito, difensore di Misseri - le lacrime hanno bagnato per tutto il tempo il viso smagrito e disperato di Sabrina.
Così come fatto nel memoriale, scritto a penna, in un italiano incerto, mentre era detenuto, e davanti alle telecamere, Michele ha raccontato per l’ennesima volta la sua versione di quel caldo pomeriggio di agosto, quando il «calore» gli arrivò alla testa e poi uccise - facendo tutto da solo - la nipote quindicenne.
Misseri ha poi accusato il suo primo avvocato, Daniele Galoppa (legale d’ufficio prima e di fiducia dopo, che già in passato, rispetto alle stesse dichiarazioni, ha annunciato querela) e la criminologa Roberta Bruzzone «di averlo indotto a cambiare versione» chiamando quindi in correità Sabrina.
Ma perchè lo avrebbero fatto?
«Perchè così - avrebbe detto Misseri - sarebbe sembrato un incidente e l’avvocato e la criminologa (che, secondo quanto raccontato dall’uomo, gli avrebbe anche mimato i gesti da fare davanti agli inquirenti) mi avevano fatto capire che ce le saremmo cavata, sia io sia Sabrina, con pene irrisorie».
Terminata l’udienza (si riprenderà giovedì prossimo, 20 ottobre, con la requisitoria dei pm, di circa quattro ore, che doveva esserci oggi, ma è stata rinviata per motivi di «lunghezza») l’avvocato di Sabrina, il prof. Franco Coppi, non ha voluto fare dichiarazioni ai giornalisti. E, invece, per la prima volta, Michele Misseri, ha addirittura convocato una conferenza stampa all’uscita dal Tribunale.
Poche parole, per dire: «Mia figlia ha ragione: sono stato io. Contro di lei e contro mia moglie, non ci sono prove» e per offendere una giornalista «cretina», che non avrebbe capito quello che lui ha detto qualche giorno fa. Molto più dure, invece, sono state le offese dei pochi curiosi che lo hanno aspettato per «ricordargli» di dire la verità.










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