venerdì 20 settembre 2024


18/10/2011 11:09:11 - Avetrana - Attualità

A parte lo show di Michele Misseri, non ci sono state grosse novità. Appuntamento, ora, a giovedì

 
Non c'è stato sicuramente bisogno di interpretare o di interrogare oracoli e costellazioni, ieri 17 ottobre, data della seconda udienza preliminare presso la Corte di Assise del Tribunale di Taranto, sede a porte chiuse, nell’aula “Emilio Alessandrini”, le battute iniziali del processo Sarah Scazzi. Fondamentalmente nulla di nuovo è emerso dalle pluriannunciate e tanto attese dichiarazioni spontanee degli ex inquilini del villino di via Deledda, divenuta la succursale della casa del grande fratello delle macerie del fu nucleo Misseri, oggi trasformata in non si sa che cosa.
In un serrato confronto alla Kramer contro Kramer, Sabrina e Michele Misseri, padre e figlia sono sullo stato di famiglia, hanno avuto modo dinnanzi al Gup, Pompeo Carriere, di parlare in merito alle dinamiche dell’omicidio della piccola Sarah, rispettivamente nipote e cuigina degli attuali indagati ed imputati, avvenuto il 26 agosto 2010, secondo modalità che, a parere della Cassazione, restano ferme all’a,b,c dell’investigatore dilettante.
É durato, infatti, quanto un aforisma l’intervento di Sabrina: due minuti appena, che le sono bastati a ribadire la sua assoluta estraneità nella morte di Sarah, avvenuta a suo dire per esclusiva responsabilità del padre, che oltre ad aver incassato l’accusa di essere un vigliacco, ha anche raccolto il disappunto dell’estetista, battuta a parte, per aver coinvolto tanto lei quanto sua madre nell’omicidio, vittime delle elucubrazioni mentali di un contadino inattendibile e di una strategia difensiva che attualmente le pone in qualità di pluriaccusate di concorso in omicidio e occultamento di cadavere, nonché di sequestro di persona.
«Le volevo bene, siamo cresciute insieme», questo il magro bottino dell'intervento di Sabrina Misseri, che nel battesimo delle lacrime conferma il forte legame con la cugina. Sicuramente dura meno di una prima serata, ma incassa ascolti da botto di share, il più prolissso intervento di Michele Misseri, circa un’ora di one man show, nel corso del quale scagiona le figlia da tutta la progenie di accuse tirate fuori, una dopo l’altra, dal suo vaso di Pandora, scoperchiato dal circolo di avvocati assoldati dalla famiglia Misseri & Misteri, tessitori di contrastanti tesi difensive, che vedono Michele, adesso patrocinato dall’avv. Armando Amendolito, in coda alla lunga fila di difensori alla Law&order.
Dichiarazioni ribadite a caratteri cubitali ai mezzi di informazione, che gli fanno eco relativamente all’esecuzione materiale e personale del delitto di Sarah, avvenuto nel garage degli orrori, in un orario ancora da stabilire, per cause ancora tutte da chiarire, oscillanti tra le avances di un vecchio viveur impenitente, vinto dal subbuglio ormonale, e una latente arrabbiatura da canicola estiva che lo avrebbe indotto a dare un calcio alla quindicenne, la quale come l’agnellino nella tana del lupo, si sarebbe trovata nel luogo e nel momento sbagliato, tanto da dare un calcio allo zio. Egli l’avrebbe pregata di non disturbarlo e, data l’insistenza di Sarah, scocciata dal rifiuto dello zio, sarebbe stata strattonata con violenza, sino a cadere sul famigerato compressore, poi ribaltatosi a seguito della caduta della ragazzina, nonostante l’intervento capillare delle analisi condotte dai Ris abbia escluso la presenza di ogni traccia corroborante il racconto laconico dello zio più famoso d’Italia.
Il condizionale è d’obbligo su tutti i fronti anche quando Michele presenta, attraverso il suo avvocato al Gup, messo agli atti, un memoriale di ventuno pagine, scritte e firmate in calce ad ogni pagina nei mesi di carcere, a metà strada tra un’autobiografia e un verbale, nel quale, in sintesi, si ripercorrerebbero i minuti serrati di quel maledetto 26 agosto, che avrebbero ridisegnato il canovaccio del delitto perfetto per le inattendibili prove di un processo indiziario per Sabrina e sua madre, rispetto al quale sono chiamati a decidere già dal prossimo 20 ottobre, i Pm incaricati della terza udienza preliminare.
Requisitoria importante e senz’altro attesa per cristallizzare una volta per tutte il quadro e il livello di colpevolezza degli attuali imputati, all’indomani dell’intervento della Corte di Cassazione che ha giudicato inconsistenti le prove raccolte dai giudici di Taranto nel corso di un anno di indagini, e che presto potrebbero vedere le quote rose di casa Misseri libere per insufficienza di prove, visto che non ci sono forse i motivi per confermare ogni ipotesi di ulteriore fermo ai danni delle due donne.
Insomma, nulla di inedito nel copione dei protagonisti della vicenda: Michele ribadisce il suo “sono stato solo io, soffro per l’indifferenza di mia moglie e di mia figlia a carico delle quali non ci sono prove, almeno quanto non ce ne sono per me..”.
L’ennesima versione fornita al Gup di Michele Misseri, se da un lato confermerebbe una delle prime versioni rese sulla sua assoluta colpevolezza nella morte di Sarah, dall’altro dà fondamento alla paura avvertita dall’opinione pubblica del tanti colpevoli nessun colpevoli, mentre ancora brucia la sentenza di assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, testo a fronte di una sentenza che nel caso Scazzi potrebbe seguire la stessa sorte. Così come proclamato dalla stessa Sabrina, che proprio non ci sta a farsi quattro anni di carcere come la sua coetanea.
E lo show continua anche all’esterno dell’aula del tribunale, quando lo stesso Michele Misseri, notoriamente sensibile al favore delle telecamere, indice una subitanea conferenza stampa, dichiarando l’assoluta fondatezza dei rimproveri della figlia, l’estraneità delle donne di casa sua, nonchè il rilancio di anatemi a distanza tra Michele e l'ex pool di difensori nella fase iniziale della vicenda, Galoppa/Bruzzone, accusati dal contadino, con tono non so manco io quello che dico, di aver dirottato le sue versioni ai danni della moglie e della figlia, in quel famoso incidente probatorio di undici ore undici dello scorso novembre, che attualmente vale, stando alle dichiarazioni degli indagati e in virtù di questo nuovo memoriale, quanto una confezione di cioccolatini.
Ma Galoppa e la Bruzzone, detto e fatto, querelano Misseri e lo sconfessano nel corso di una diretta televisiva nel contenitore di Rai Uno della domenica.
La conferenza stampa si chiude con l’ennesima offesa di Michele Misseri ad una giornalista Mediaset, che incassa la solidarietà della categoria dei giornalisti, alla quale viene data della cretina per aver frainteso una della versioni on line di Michele, che sempre a caccia di macabri intereventi, scambiando il particolare della corda che inizialmente veniva considerata l’arma del delitto, con il gancio dello zainetto scomparso di Sarah, timbro sul collo e prova certa della modalità usata da Michele per uccidere la nipote. Come se la cosa cambiasse di molto!!!
Finisce così la tanto attesa giornata di ieri, nulla di nuovo all’orizzonte, stessa capacità di intrattenimento di sempre di Michele, pronto ad evadere domande specifiche dei giornalisti sulla tecnica omicidiaria. A questo va aggiunta la profonda amarezza, non solo della mamma di Sarah, ma dell’intera opinione pubblica, nel vedere relegata la vittima al ruolo di semplice optional, in una vicenda che fa molto clamore per le ragioni sbagliate.
Appuntamento dunque a giovedì per la parola ai Pm.
 
Mimmo Palummieri










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