Intanto cresce la paura di un ennesimo delitto impunito
Mentre rischiano di entrare in prescrizione i termini di custodia cautelare per entrambe le donne di casa Misseri fissate per la metà di novembre, il Gup Pompeo Carriere, dopo una settimana di colpi di scena in pieno stile della casata, deve pronunciarsi sul futuro di Sabrina e Cosima Misseri.
Nel corso dell’ottava udienza preliminare nella Procura di Taranto il diritto di parola, concesso a tutte le parti in causa, ha appesantito il già cospicuo carico di misteri sulla morte di Sarah, diffondendo a mezzo stampa tutti gli inediti dell’udienza a porte chiuse. Nulla di nuovo nelle dichiarazioni spontanee di Mimina, che torna a ribadire la sua innocenza, sconfessando i sogni di chi la accusa, a fronte di testimoni ritenuti attendibili da parte dei magistrati, e riversando tutte le accuse sul marito, che tutto faceva da solo mentre la matriarca di casa dormiva alla fine di una faticosa giornata di lavoro nei campi di pomodori.
Michele Misseri riesuma insieme ai suoi avvocati il movente sessuale per la nipote quale causa dell’omicidio, che riporta l’intero pacchetto azionario alla prima versione del contadino, omicida in preda alla libidine latente per lo sbocciare della femminilità della ragazzina. Tesi confermata dai suoi compagni di cella ai quali avrebbe confidato particolari piccanti sulla vita di Sarah da brividi hot, difficili anche a ripetersi per adulti navigati.
Sul piede di guerra i legali di Sabrina, impegnati in una lotta contro il tempo per evitare che i procedimenti di custodia cautelare diventino definitivi, sfoderando l’ultimo scempio ai danni del corpo di Sarah: una nuova autopsia per fissare definitivamente l’ora del delitto, rovistando in quel che rimane dello stomaco della stessa, ricordando il bagnomaria di quaranta giorni nel pozzo in cui ne era stato occultato il corpo, per non parlare della sepoltura di un anno sotto la fredda terra del cimitero di Avetrana.
Entro la prossima settimana ci si attende delle decisioni definitive della Procura di Taranto sul destino del team killer sulla breccia dell’onda da più di un anno, per stabilire in via definitiva le responsabilità personali di tutti gli indagati, sei dei quali avvocati compressi nella morsa della giustizia, a vario titolo per l’illecita gestione del loro mandato per un totale di sei riti abbreviati con relativa interdizione dagli uffici, come per Emilia Velletri e il marito, primi legali di Sabrina, accusati di aver occultato un verbale rilasciato da Ivano Russo, per altri avvocati sulla giostra Misseri in staffetta nel bene e nel male nella difesa degli imputati.
La Procura intanto fa sapere, sulla base delle indicazioni della Cassazione che, gli ulteriori procedimenti attesi per le due donne esulano dalle dichiarazioni rilasciate dal solo Michele Misseri, perchè le prove acquisite sono altro rispetto alle autoaccuse del contadino, già denunciato per autocalunnia e per calunnia anche dal pool difensivo Bruzzone/Galoppa.
Nonostante l’opinione pubblica si aspetti qualche certezza in più dai magistrati, non vi è ancora nulla di certo nel caso Scazzi, cui andrebbe riconosciuto il merito del delitto perfetto a dispetto di qualsiasi risposta certa che una tecnologia a disposizione degli inquirenti non abbia saputo dare conferme e ulteriori certezze nelle indagini.
L'attesa continua dunque, anche se la paura di un ennesimo delitto impunito abbia sempre più probabile.
Mimmo Palummieri