A casa in 149: servizi penalizzati
«Desidero ringraziare i colleghi e gli operatori ai quali non siamo in grado di rinnovare i contratti. L’azienda perde competenze umane e lavorative importanti. Conosciamo le difficoltà enormi anche a livello sociale che questa scelta inevitabile comporta, ma speriamo che la politica possa percorrere una strada virtuosa che, nel breve tempo possibile, porti a delle soluzioni. È un percorso doloroso in cui ognuno deve fare la sua parte, prima di tutto coloro che sono stati confermati: da questi dipendenti mi aspetto spirito di sacrificio e comprensione altrimenti bisognerà prendere decisioni ancora più drastiche».
Le parole del commissario straordinario dell’Asl ionica Fabrizio Scattaglia scandiscono un commiato sincero e improcrastinabile da una parte, un invito a non esasperare gli animi dall’altra. Nessun miracolo, niente novità dell’ultima ora: l’Asl tarantina perde altri pezzi di personale, i cittadini vedono assottigliarsi inevitabilmente alcuni servizi. Senza girarci intorno, è così. Nessuna responsabilità del neo dirigente Scattaglia che eredita una situazione difficile e una legge a cui non può sottrarsi: i vincoli dell’art. 9, comma 29, stabiliscono un tetto massimo di spesa del 50% rispetto a quanto utilizzato nel 2009. Due anni fa la spesa fu di 18 milioni di euro, quest’anno non si possono sforare i 9 milioni.
Una «decisione non di tipo programmatico ma legata a contingenze» che porta a una proroga di 94 contratti sui 243 in scadenza: 59 riguardano medici (48 per due mesi, 6 per un mese e mezzo, 5 per un mese), 24 infermieri per 2 mesi, 2 fisici per un mese e 9 tecnici per un mese e mezzo. Quindi sono 149 coloro che non hanno ottenuto il rinnovo del contratto. Una lista della spesa magra che imbarazza anche i dirigenti presenti ieri in conferenza stampa costretti a salti mortali senza esiti significativi.
«Abbiamo fatto tutti i tentativi per salvare la situazione – ha affermato Scattaglia – per questo ci tengo a ringraziare tutte le parti in causa con cui c’è stato un continuo dialogo: il prefetto, i sindaci del territorio, le organizzazioni sindacali. Tutti hanno dato il loro apporto responsabile e ci auguriamo che qualche spiraglio si possa aprire grazie all’approvazione delle deroghe e al possibile abbattimento del vincolo del 50% nella prossima finanziaria».
«Il problema di Taranto è una sofferenza del personale: saremmo autorizzati ad aprire anche altri posti letto ma non possiamo assumere. Già dal 10 novembre ci saranno altri incontri per cercare di modificare la situazione attuale».