mercoledì 25 settembre 2024


08/11/2011 18:48:47 - Provincia di Taranto - Attualità

Ben 5.150 alloggi in costruzione nei rioni Salinella e Paolo VI: la posizione di Confcommercio e Confesercenti

 
4.500 alloggi a Salinella più 650 a Paolo VI, per un totale di 5150 nuovi alloggi. Cifre considerevoli, difficili da accettare per una città che ha già 12.000 abitazioni non occupate e 2.500 immobili vuoti nel solo Borgo.
Una espansione edilizia che non si giustifica con il processo di calo demografico che da alcuni anni sta investendo il capoluogo jonico, ciò malgrado si continua su questa strada.
E’ di questi giorni infatti la notizia che l’Amministrazione comunale di Taranto starebbe per dare il via libera alla costruzione di 1500 case a Cimino che, sommate alle altre, fanno un totale di 6650 nuove abitazioni.
E’ questo lo scenario che di qui a qualche anno potrebbe delinearsi a Taranto. Alcuni di questi progetti hanno ormai il via libera ufficiale del Comune (variante Salinella e variante Fintecna a Paolo VI), per altri si sta lavorando per definire in tempi rapidissimi gli strumenti di pianificazione urbanistica – Piano Particolareggiato- che darebbero il nulla osta ad operazioni di cemento selvaggio.
 
All’inizio dell’estate scorsa l’assessore all’Urbanistica, Nico D’Ippolito e il vicesindaco, Gianni Cataldino, smentivano pubblicamente –nel corso di una conferenza stampa- le indiscrezioni circolate su il nuovo progetto Sircom, ripescato (il primo fu bocciato 2004, grazie anche alla ferma opposizione di Confcommercio) e riproposto in una nuova veste. I due Amministratori spiegavano che per l’area Cimino-Auchan era più corretto parlare di “rigenerazione e di riequilibrio dei pesi urbanistici,” e che non era prevista comunque la realizzazione di nuovi volumi e che anzi si stava lavorando al Documento Preliminare Programmatico, propedeutico al Piano Urbanistico Generale, nel quale Borgo e Città Vecchia assumevano un peso urbanistico centrale.
Ora, a distanza di pochi mesi apprendiamo che il Comune sarebbe pronto con il nuovo Piano Particolareggiato del comparto 3.32 “Area Auchan”, che riporta la questione al punto di partenza.
  
Si vuol far passare per riqualificazione delle aree periferiche, progetti che di fatto   puntano sulla costruzione di nuove metrature e che inevitabilmente favoriranno il processo –già in atto da anni- di svuotamento dei quartieri storici della città. Processo peraltro innescato in questi anni da uno sviluppo schizofrenico dei quartieri periferici -Tramontone, Taranto 2, Paolo VI- e dalla migrazione di molte giovani famiglie verso i comuni limitrofi.
Il risultato è una città con un centro cittadino -il Borgo- decadente, caratterizzato da un numero impressionante di unità abitative vuote, da una popolazione residente anziana e da una forte carenza di servizi primari, e con un centro storico –Citta’ Vecchia – fatiscente e che cade a pezzi, malgrado la ambiziosa candidatura World Heritage Unesco.
Una città protesa verso le periferie, alcune delle quali versano in condizioni drammatiche (Lama, San Vito, Tramontone, Salinella) e per le quali non si fa nulla. 
 
Il progetto ‘Cimino-Auchan’ contribuirà a rafforzare il processo di fuga dalla città e di migrazione verso le aree periferiche, che a parole l’Amministrazione comunale afferma di voler arrestare, ma che nei fatti sta favorendo.
Gli Amministratori non possono controbattere che si tratta di piani di rigenerazione urbana, basterebbe allora migliorare l’esistente senza dare spazio alla realizzazione di altre nuove cubature.
Nei mesi scorsi Confcommercio e Confesercenti hanno sottoscritto -unitamente ad altre organizzazioni del settore artigiano- un protocollo d’intesa finalizzato ad attivare in Città Vecchia, nell’ambito del PIRU (il Programma Integrato di Rigenerazione Urbana), il sistema dei ‘Centri urbani naturali’.
Un accordo dimenticato già poche ore dopo la firma.
La logica è quella del gioco delle tre carte: nel 2007 l’Amministrazione Stefano ha deliberato un limite alla espansione urbanistica circoscrivendone i confini, ma poi ha individuato all’interno della stessa città: le aree entro le quali poter comunque continuare a crescere.
Nel 2009 è stato presentato un   Documento Programmatico Preliminare del Progetto di Rigenerazione Urbana (del Borgo): si era  sperato che queste fossero le basi per la nascita del nuovo Piano Urbanistico Generale, ma invece si continua a procedere a colpi di varianti urbanistiche.
Con la pianificazione di Area Vasta il Comune ha disegnato una città protesa verso il porto, il mare, il centro storico, le “naturali vocazioni”. Mentre di fatto la progettualità urbanistica dello stesso Comune la dilata   verso le periferie. Il tutto senza un confronto con la città e le parti sociali, ma anzi prendendosi beffa di chiunque intenda opporsi a questo scellerato disegno che potrebbe condizionare il futuro di Taranto per i prossimi vent’anni, d’altra parte la conduzione delle vicende Agip e Cementir hanno già alimentato questo sospetto.
 
Confcommercio e Confesercenti sin da ora dichiarano che si opporranno fermamente (se sarà necessario nelle aule giudiziarie) a qualsiasi tentativo di messa in vendita della città e che non esiteranno dal farsi promotrici di una grande protesta cittadina.










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