venerdì 20 settembre 2024


15/11/2011 10:06:00 - Avetrana - Attualità

Per il giudice, le due donne accusate dell’omicidio possano reiterare i reati, inquinare la prova e persino fuggire

 
Sabrina e sua madre Cosima devono restare in carcere. A loro carico persistono sia i gravi indizi di colpevolezza sia le esigenze cautelari per l’omicidio della quindicenne Sarah Scazzi, compiuto ad Avetrana il 26 agosto 2010.
Con un provvedimento di 18 pagine, il gup del tribunale di Taranto Pompeo Carriere ha detto “no all’istanza” dei difensori delle due indagate che ne chiedevano la remissione in libertà ritenendo cessate le esigenze cautelari dopo che la Cassazione ha gettato ombre sull'operato della magistratura tarantina. Il giudice è partito da una considerazione iniziale: l’omicidio è maturato in ambiente familiare e non poteva non essere a conoscenza di tutti, chiunque ne sia stato l’autore.
Poi esamina e valorizza una serie di elementi, a partire dalle intercettazioni ambientali e dalle dichiarazioni testimoniali che rafforzano l’idea - a suo giudizio - che le due donne accusate dell’omicidio possano reiterare i reati, inquinare la prova e persino fuggire. Motivazioni pesanti che anticipano di fatto - secondo la difesa - il contenuto del decreto che lo stesso magistrato firmerà il 21 novembre prossimo quando disporrà il rinvio a giudizio di Sabrina e Cosima con l’accusa di aver sequestrato e ucciso la quindicenne e di aver soppresso il suo cadavere con l’aiuto di Michele Misseri, papà di Sabrina e marito di Cosima. Lunedì prossimo il gup, oltre che sulla richiesta di rinvio a giudizio delle due donne, dovrà decidere se mandare a dibattimento o prosciogliere altri otto imputati (tra cui il contadino di Avetrana) e dovrà emettere sentenza nei confronti di tre indagati che hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato.
 
«Attendiamo l’udienza di lunedì prossimo indipendentemente da questo provvedimento, anche se appare anticipatorio», sottolinea Franco De Iaco, difensore di Cosima Serrano. Più cauto uno dei difensori di Sabrina, Nicola Marseglia, secondo il quale il rigetto dell'istanza di scarcerazione «è una decisione che non ci aspettavamo». Il penalista, che assiste la giovane assieme a Franco Coppi, preannuncia che impugnerà il provvedimento.










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