venerdì 20 settembre 2024


15/11/2011 19:54:49 - Avetrana - Attualità

Nonostante zio Michele continua a professare la propria colpevolezza

 
Dopo la congiuntura astrale dell’undicesima udienza, tutta all’insegna del numero undici per l’eccezionalità dell’11.11.2011, a prova di attesa di nuovo millennio, da sfondo alla cabala del totoassoluzione, nulla di nuovo nella storia delle due donne di casa Misseri, Sabrina e Cosima, che per il Gup Pompeo Carriere restano in carcere. Nella Corte di Assise della Procura di Taranto non ci sono stati ulteriori stravolgimenti sul giallo della morte di Sarah Scazzi, ieri 14 novembre, 12ª udienza preliminare, sul futuro del team rosa del villino di via Deledda.
La legge dice dunque no alla richiesta avanzata dai legali delle due donne la scorsa settimana, relativamente alla scarcerazione delle stesse, causa troppi indizi e poche prove provate. Anzi, il Gup rincara la dose affermando che una eventuale scarcerazione aprirebbe all’ipotesi nemmeno tanto remota di una nuova ondata di ulteriori reati: dalla fuga, all’inquinamento delle prove, per arrivare alla reiterazione del reato.
Insomma, un bottino piuttosto sostanzioso, che ha spinto il Gup a confermare il quadro indiziario che pesa sulle donne, nonostante il dictat della Cassazione che, ammette la conferma della detenzione, solo rispetto ad una situazione mutatis mutandis, cioè capace di mostrare il contrario sino a modificare l'attuale posizione della Procura e sulle indagini condotte.
Michele Misseri intanto gioca il tutto per tutto per evitare alle sue donne di essere vittime di un qualche tagliatore di teste: davanti a telecamere e media ripete di essere l’unico responsabile della morte della nipote tra un intervista e l’altra esclusiva si fa per dire, del tipo vista una viste tutte, ma cade nella full immersion del vuoto di memoria davanti al Gup, quando gli chiede di quagliare.
Sicuramente una cosa è certa: i giudici hanno abbassato il volume e come per Ulisse, mettono il tappo alle orecchie per attenersi solo a quello che è dimostrabile e soltanto a quanto può essere sottratto alle strategie dei legali che pure fanno il loro lavoro. Si profilano finalmente delle certezze in più in prospettiva di un processo carico di tensioni sociali per i colpi di scena che ieri, come oggi, tengono tutti con il fiato sospeso.
 
Mimmo Palummieri










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