Regione Puglia bocciata dalla Corte Costituzionale
Addio all’esenzione ticket per cassintegrati, disoccupati e lavoratori in mobilità in Puglia. È una delle quattro bocciature che ieri la Regione Puglia ha subito dalla Corte Costituzionale con la sentenza 325.
Si tratta di alcuni articoli delle legge di Bilancio varata nel 2010 (la n. 19) e in vigore a partire dal primo gennaio di quest’anno. Legge poi recepita con l’assestamento di Bilancio (la n. 14 del 2011) perché i benefici fossero estesi anche nel secondo semestre dell’anno (a partire dal primo luglio). Una norma, quella del 2010, all’epoca impugnata dal governo proprio perché ritenuta difforme dalla legislazione nazionale e, successivamente «corretta» con l’assestamento di Bilancio di quest’anno, nel quale fu anche individuata - con un emendamento del Pdl che riuscì a fare andare sotto la maggioranza - la copertura finanziaria (1,5 milioni di euro) stornandola da altre poste.
Ebbene, per i benefici sui ticket sin qui erogati è tutto da rifare e sarà il nuovo Bilancio di previsione 2012 - che approderà in consiglio regionale a fine anno - a dover apportare le modifiche. Sette le categorie interessate dal provvedimento: bambini e over-65 con reddito non superiore ai 36.151 euro; pensionati sociali; pensionati al minimo over-60 con un reddito di 8.263 euro; disoccupati con reddito familiare di 11.362 euro più 546 euro per ogni figlio a carico; inoccupati con uguale reddito familiare; lavoratori in cassintegrazione e, infine, lavoratori in mobilità (con i livelli di reddito familiare precedenti). La norma - di qui l’impugnazione del governo - inizialmente non prevedeva alcun richiamo al Piano di rientro ma, anche con le correzioni apportate con l’assestamento di Bilancio 2011, ha invaso le competenze statali in materia di tutela della salute e coordinamento della finanza pubblica. Sempre in materia di sanità, all’art. 11 del Bilancio era stata prevista la revisione delle piante organiche delle Asl nell’attuazione del piano di rientro, anch’esso impugnato dal governo ma per il quale è «cessata la materia del contendere» avendo la Regione apportato le correzioni richieste.