martedì 26 novembre 2024


22/12/2011 07:24:19 - Provincia di Taranto - Attualità

L’intervento del presidente provinciale di Confcommercio, Leonardo Giangrande

 
Ai primi di novembre Confcommercio Taranto aveva  denunciato, attraverso una nota rivelatasi purtroppo tristemente profetica, che il 2011 è un anno che rischiava di concludersi anche peggio di come era iniziato (gli attentati, probabilmente riconducibili al racket delle estorsioni, ai danni delle attività commerciali), infatti: dagli episodi criminosi dei primi mesi dell’anno, si è passati -in questo ultimo scorcio di fine anno- alle rapine  a mano armata.
Un fenomeno inquietante soprattutto per la frequenza, quasi giornaliera, delle rapine alle attività commerciali (soprattutto impianti di carbodistribuzione, gioiellerie, tabaccherie, ricevitorie).
Confcommercio aveva evidenziato come il fenomeno delle rapine ingenerasse particolare preoccupazione per la sicurezza delle persone coinvolte poiché, si rischiava  che  degenerasse, mettendo a repentaglio la vita stessa delle vittime: “….è davvero preoccupante che tali individui –avevamo scritto-  non esitino dall’usare armi; pertanto è necessario mettere in moto meccanismi e sistemi che aiutino ad elevare il livello di sicurezza dei cittadini e soprattutto di coloro che, come i commercianti vivendo a contatto diretto con la strada, sono i più esposti.”
Parole suggerite, come gli avvenimenti hanno purtroppo dimostrato, dalla semplice osservazione dei fatti e non dalla voglia di fare  terrorismo psicologico. Basta sfogliare le pagine della stampa locale dell’ultima settimana: il 17 scorso nel corso di una rapina viene ferito un rappresentante di bigiotteria, e due giorni dopo: nella mattinata rapina al carbodistributore e nel pomeriggio l’assalto alla banca con l’uccisione del povero vigilante, e a contorno di tutto questo episodi minori ai danni di anziani cittadini che vengono rapinati in casa e per strada. 
«Dinnanzi a questo crescendo – commenta il presidente di Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande – seppur certamente vi sono ancor tante realtà territoriali di gran lunga peggiori della nostra, sentiamo di dover confermare quelle sensazioni di insicurezza che andiamo affermando da tempo. Certo non è una città sicura, e noi commercianti lo andiamo affermando da tempo!
D’altra parte i numeri dell’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia, confermano come, nel II semestre del 2010, varie tipologie di reati siano aumentati, tra cui le rapine e le estorsioni (+8). La tragedia consumatasi nei giorni scorsi ci colpisce particolarmente, per la giovane vita spezzata e per le circostanze che l’hanno favorita: probabilmente se in strada ci fossero stati due uomini anziché uno, non sarebbe accaduta. Ha avuto la meglio l’ottimismo, tra virgolette: Taranto infatti non è classificata città a rischio e pertanto a bordo del porta valori vi erano due soli uomini.
Confcommercio però non può arrendersi  alla logica della soprafazione, e intende dimostrare la propria vicinanza non solo alla famiglia del giovane vigilante (abbiamo avviato una raccolta di danaro che vede impegnate le due categorie dei carbodistributori e dei gioiellieri) e parteciperemo ai funerali con una nostra delegazione, ma anche  dare un segnale deciso  di ribellione a chi pensa di poter dettare le sue regole e tenere così in scacco la città. Oggi, giornata di lutto cittadino, spegneremo le luminarie di Natale. E’ un segnale forte, soprattutto in considerazione del difficile  momento di crisi economica. Per i commercianti spegnere le luci a due giorni dal Natale, nel cuore di un evento commercialmente atteso da settimane, significa mettere in gioco le proprie aziende.
Lo so, è un sacrificio di non poco conto che chiediamo alle attività del commercio di Taranto, già così penalizzate dalla crisi, ma è un atto dovuto verso la famiglia Malcore e verso chi onestamente rischia la propria vita per portare uno stipendio a casa. Ma è anche un messaggio che inviamo alle Istituzioni affinché mettano in atto tutte le misure per rendere questa città più sicura e vivibile, ed uno scatto di orgoglio  – lo ripeto- verso chi pensa di avere la meglio su la legalità e su la dignità dei cittadini. Taranto non deve e non vuole piegare la testa!».










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