mercoledì 25 settembre 2024


22/12/2011 07:26:21 - Provincia di Taranto - Attualità

I sindacati degli edicolanti sulla liberalizzazione della rete di vendita dei giornali: «Una minaccia all’accesso all’informazione»

 
 
Il provvedimento legislativo in via di approvazione liberalizzerà la rete di vendita dei giornali, nonostante le motivate e reiterate richieste di esclusione portate all’attenzione del Governo e di tutti i Gruppi parlamentari.
Portiamo a questo punto all’attenzione diretta dell’opinione pubblica le nostre preoccupazioni, rimaste inascoltate, che riguardano il diritto di tutti i cittadini ad una informazione libera e pluralista,sancito direttamente dall’articolo 21 della Costituzione.
La liberalizzazione del nostro settore, evidenzia infatti, di base, una limitata conoscenza delle dinamiche e dei problemi reali del comparto editoriale, e mette in risalto la scarsaconsiderazione che è stata data all’informazione a mezzo stampa, trattata come un comune prodotto commerciale.
 
1. La vendita di quotidiani e periodici non è un’attività commerciale concorrenziale, in quanto
le edicolenon commercializzano un prodotto in un’ottica concorrenziale (come per esempio i supermercati), ma assicurano in condizioni di parità assoluta la diffusione di tutte le testate editoriali con parità di prezzi e di condizioni commerciali a tutti i consumatori, anche nelle zone economicamente non appetibili.
2. L’attività di vendita di quotidiani e periodici non è un’attività libera, ma è una attività fortemente vincolata. Le edicole infatti non possono decidere quale prodotto porre in vendita o il prezzo dello stesso o le condizioni di commercializzazione, in quanto deve essere assicurata la parità di parità di trattamento di tutte le testate e il diritto di tutti di accedere all’intera offerta editoriale in condizione di parità.
3. Sino ad oggi sono state le edicole – sulla base del sistema autorizzativo e di pianificazione vigente – ad assicurare la paritaria diffusione su tutto il territorio nazionale di tutti i quotidiani e di tutti i periodici senza distinzione di sorta, con prezzi e condizioni commerciali identiche in tutto il Paese. Sono state così le rivendite esclusive a garantire il diritto di tutti gli editori di informare e quello di tutti i cittadini di essere informati.
4. Con la liberalizzazione di questo settore, che è già in una gravissima crisi strutturale e congiunturale che impatta su oltre 50.000 famiglie,il Parlamento ha avviato un iter che porterà inevitabilmente alla chiusura di migliaia di edicole, lasciando la sopravvivenza delle altre nelle mani, non del mercato o del libero incontro di domanda e offerta, ma dei distributori locali di quotidiani e periodici.
 
Saranno quindi circa100 soggetti privati - che operano in un regime di monopoliodi fatto nell’ambito territoriale di loro competenza - che decideranno se la redditività prodotta dalle edicole esistenti è funzionale ai loro interessi aziendali, così come l’apertura di nuove rivendite; e ai quali sarà anche affidata la delicata funzione di valutare l’eventuale accesso delle testate editoriali alla rete di quotidiani e periodici.
Con queste premesse si rischia di concentrare la diffusione dell’informazione e dello sviluppo della rete in capo a soggetti privati con le conseguenze di dare un colpo mortale alla democrazia nel nostro Paese.
La liberalizzazione del nostro settore mette così in crisi il principio di parità di trattamento, non garantisce alcun vantaggio ai consumatori (in quanto il prezzo delle pubblicazioni ècomunque fissato dagli editori) e colpisce quella rete di punti vendita esclusivi che con il loro lavoro ed il loro impegno assicurano la diffusione della stampa, senza portare alcuna sostanziale apertura di mercato e alcuna possibilità di sviluppare una reale concorrenza.
 
Per queste ragioni le organizzazioni di categoria che sottoscrivono questo comunicato, preannunciano una prima forma di protesta sarà messa in atto il 27, il 28 e il 29 dicembre con la chiusura totale delle edicole.
 
Le attività promiscue -cioè con vendita di prodotti vari (bar, tabacchi, giornali) che aderiranno allo sciopero- si asterranno dalla vendita dei giornali 










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