mercoledì 25 settembre 2024


28/12/2011 08:18:25 - Provincia di Taranto - Attualità

Gli interventi di Vendola e Assennato

 
La media di emissione annuale di diossina nello stabilimento Ilva di Taranto, pari nel 2011 a 0,0389 ngTEQ/Nm3, inferiori al limite di 0,4 dei criteri previsti dalla legge regionale 8/2009 è “di pieno controllo” e indica che “si è voltato pagina”.
Lo hanno sottolineato ieri a Bari i presidenti della giunta regionale pugliese, Nichi Vendola e dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato, incontrando i giornalisti per spiegare che “i risultati raggiunti dimostrano come il coraggio della Puglia di imporre a uno dei gruppi più importanti d’Europa investimenti in tecnologie ambientali – ha detto Vendola – può divenire modello per attenuare le criticità ambientali del Paese e la legge pugliese può essere una sorta di apripista per una proposta di legge popolare”.
 
La storia della diossina a Taranto, riassunta da Assennato, parte dal 1994 quando l’emissione annua di diossine, in presenza di due impianti di agglomerazione, AGL1 e AGL2, era stimata in crica 800 grammi; nel 1999, installati gli elettrofiltri MEEP, le emissioni passarono a 450 grammi e dal 2006, anno in cui l'Arpa ha iniziato il campionamento, a oggi si sono via via ridotte da 200 agli attuali 3,5 grammi.
 
“Credo non ci sia un altro contesto al mondo in cui – ha aggiunto il presidente Vendola – nel pieno della crisi che ci ha colpito mentre stavamo prendendo il volo, abbiamo scritto una legge di contrasto, indesiderata e non voluta che ha imposto il tema del si deve cambiare e non del si deve chiudere una fabbrica in cui Taranto ha 15mila occupati diretti e 6-7mila nell’indotto”. “Non ci siamo coperti gli occhi per non vedere un problema – ha detto ancora – ma costruito un percorso epocale con 100 punti da rispettare e una legge che in due anni ha ridotto le emissioni”.
 
“I benefici però riguardano il presente e il futuro – ha avvertito Vendola – le bonifiche per i veleni sedimentati per mare e per terra in Puglia fanno parte di un’altra partita che abbiamo aperto e continueremo su Brindisi, Taranto, Manfredonia, ma per la quale occorrono risorse sufficienti. Non c'è inquinamento a cui non abbiamo dichiarato guerra e i risultati ci dicono anche che comincia a diffondersi l'idea della convenienza economica della tutela e della protezione ambientale”. “I risultati di eccellenza raggiunti – ha specificato il presidente Arpa – sono dovuti alla sinergia con la Regione che ci ha messo in condizioni di poter operare; la nostra attività di monitoraggio è a sorpresa e dunque non consente che l’Ilva interferisca”.
 
“E anche dal punto di vista dei tumori – ha aggiunto – possiamo dire che dal 2007 il trend è migliorato per mortalità e incidenza e aspettiamo l’accreditamento da parte del Registro nazionale tumori per Taranto”. “E' un dato storico che ci consente di fare di Taranto – ha concluso l'assessore regionale all’ambiente, Lorenzo Nicastro – un caso di sviluppo ecosostenibile anche dal punto di vista ambientale”.










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